La Nuova Sardegna

Sassari

Sequestro Pinna, processo in Assise per due presunti organizzatori

Sequestro Pinna, processo in Assise per due presunti organizzatori

Il gup accoglie la richiesta di rinvio a giudizio per Manca e Faedda e introduce la modifica alle norme sui dibattimenti

14 ottobre 2014
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SASSARI. Per la prima volta nell'Isola - e forse anche in Italia - un processo per sequestro di persona a scopo di estorsione, senza la morte dell'ostaggio, sarà celebrato davanti ad un collegio di Corte d'Assise.

Il 12 dicembre prossimo, a Sassari, dovranno difendersi dall'accusa di aver partecipato al rapimento dell'allevatore di Bonorva Titti Pinna, sia Giovanni Maria «Mimmiu» Manca, 52 anni di Nuoro, che Antonio Faedda, di 44 di Giave, il primo difeso dall'avvocato Salvatore Asole, il secondo da Gian Marco Mura.

Lo ha disposto il gup del Tribunale di Cagliari, Giovanni Massidda, accogliendo le richieste del procuratore aggiungo Gilberto Ganassi e applicando una recente modifica della norma: al contrario del prossimo, il primo processo per il sequestro dell'allevatore si era infatti celebrato davanti ad un collegio di Tribunale.

Sulla richiesta di rito abbreviato di Francesca Sanna, 54 anni di Macomer - assistita dagli avvocati Antonello Spada e Rosaria Manconi - e su quella di patteggiamento del vigile urbano di Bonorva Francesco Angius, 60 anni - difeso da Luigi Concas - il gup ha aggiornato l'udienza al 24 ottobre: quel giorno verrà anche affidato un incarico peritale per trascrivere delle intercettazioni in sardo-barbaricino.

Per «Mimmiu» Manca e Antonio Faedda, dunque, il processo inizierà il 12 dicembre: erano stati arrestati con un blitz della squadra mobile di Sassari e dei carabinieri il 19 dicembre 2013 e sono ancora detenuti. Per il pm Ganassi avrebbero fatto parte del gruppo di prelievo che il 19 settembre 2006 aveva rapito Titti Pinna a Bonorva, nell'azienda di «Monti Frusciu».

Una volta preso l'ostaggio - secondo la ricostruzione accusatoria - sarebbe stato portato nell'azienda di Salvatore Atzas (già condannato in via definitiva), per poi essere trasferito alla prigione di «Su Pardu» da dove otto mesi dopo l'ostaggio era riuscito a scappare. Manca, secondo la Dda, avrebbe avuto una posizione di primo piano nel sequestro, mentre Faedda avrebbe fornito supporto logistico.

Contestazione già ridimensionata, dal concorso nel sequestro di persona al tentativo di estorsione, per il vigile Francesco Angius: secondo l'accusa avrebbe chiesto alla famiglia di Pinna quanto fossero disposti a pagare per la liberazione. Il gup si dovrà pronunciare sulla sua richiesta di patteggiamento ad un anno e dieci mesi. A Francesca Sanna - che sarà processata in abbreviato - l'accusa contesta di aver partecipato all'ideazione del sequestro, partecipando anche in qualche caso alle trattative.

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