La Nuova Sardegna

Sassari

I familiari di Clemente: indagate ancora

di Nadia Cossu
I familiari di Clemente: indagate ancora

L’orologiaio fu ucciso due anni fa nella sua casa di viale Umberto, ieri i legali hanno chiesto al gup di non archiviare il caso

09 ottobre 2014
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SASSARI. «Diverse piste non sono state battute durante le indagini. Noi le abbiamo evidenziate e riteniamo che debbano essere analizzati alcuni elementi importanti. Abbiamo rappresentato al giudice congetture che a nostro avviso potrebbero fornire indicazioni utili per individuare il responsabile dell’omicidio».

Anna Ganadu e Franca Lendaro, legali che assistono i familiari di Piergianni Clemente, l’orologiaio ucciso a settembre del 2012 nella sua casa di viale Umberto, ieri mattina hanno presentato al gup Giuseppe Grotteria un’istanza di opposizione all’archiviazione del caso (come era stato richiesto dal pm Paolo Piras lo scorso marzo). Il giudice si è riservato e a breve comunicherà la sua decisione. Gli avvocati definiscono «incompleta» l’inchiesta sul delitto che scosse la città considerato che Clemente, persona buona e disponibile con tutti, era molto conosciuto. Anche per via della sua particolare abilità nella riparazione degli orologi. Al piano terra della palazzina familiare stile liberty aveva allestito un laboratorio e spesso bussavano alla sua porta chiedendogli “il miracolo”. Lui metteva mano negli ingranaggi e l’orologio ripartiva.

Questo era Piergianni Clemente, un uomo che quella sera del 29 settembre quasi certamente aprì a colpo sicuro il portone di casa. Non aveva nemici, né – proprio per via della sua indole così poco maliziosa – avrebbe mai immaginato che qualcuno volesse fargli del male. La polizia lo trovò nel corridoio tra la camera da letto e il soggiorno in un lago di sangue e con una coperta che gli copriva parte del volto. Era stato colpito in testa con un oggetto appuntito e poi il suo assassino lo aveva lasciato morire sul pavimento. «Così tanta ferocia – dicono oggi gli avvocati Lendaro e Ganadu – non può restare impunita. Il caso è certamente molto complesso ma noi siamo sicure che ci siano ancora margini da esplorare. Ecco perché nell’udienza di oggi (ieri per chi legge ndc) abbiamo prospettato alcune ipotesi investigative che a nostro giudizio potrebbero rivelarsi molto interessanti».

Ora quindi non resta che aspettare la decisione del gup Grotteria che potrebbe accogliere la richiesta dei legali e disporre un’ulteriore integrazione delle indagini.

«Chi fino a oggi per paura o per pudore non ha parlato, lo faccia adesso – avevano lanciato questo appello un anno fa i familiari della vittima – Chiediamo a queste persone di andare dalle forze dell’ordine e riferire ogni elemento utile alle indagini». Clemente era stato ucciso a casa, in una via centralissima di Sassari, la speranza era che qualcuno potesse aver notato movimenti sospetti. Ma in questi due anni, purtroppo, la svolta tanto attesa non è mai arrivata.

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