La Nuova Sardegna

Sassari

Da Martis secco no alle trivellazioni per la geoenergia

di Mauro Tedde
Da Martis secco no alle trivellazioni per la geoenergia

Il consiglio comunale unanime contro il megaprogetto L’intervento è considerato altamente inquinante

08 ottobre 2014
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MARTIS. Il progetto di ricerca di risorse geotermiche proposto in Anglona dalla Geoenergy srl si chiama proprio “Martis” forse perché questo Comune è baricentrico rispetto al territorio interessato, che comprende i territori comunali di Laerru, Perfugas, Erula, Chiaramonti, Ozieri e Tula. Eppure, per ironia della sorte, proprio il Comune di Martis è stato il primo a dire nettamente no al progetto e alle trivellazioni. L’assessorato regionale all’Industria ha infatti chiesto ai Comuni interessati al progetto “Martis” di esprimersi in merito all’intesa con la Geoenergy srl che ha presentato istanza alla Regione sarda per ottenere il permesso di eseguire una ricerca di risorse geotermiche in un vasto territorio, mediante il progetto denominato appunto “Martis”. Il consiglio comunale di Martis, presieduto dal sindaco Tiziano Lasia, ha quindi analizzato la corposa documentazione presentata dalla Geoenergy rilevando però che «il progetto nel suo complesso mostra lampanti e gravose lacune». Innanzitutto la totale assenza di una approfondita analisi costi-benefici per il territorio su cui il progetto insiste ma anche la mancanza di una adeguata valutazione delle conseguenze sulla salute pubblica, una inadeguata analisi dell’impatto sull’ambiente derivante dall’utilizzo dei cosiddetti fanghi/liquidi di perforazione che contengono una carico elevato di principi altamente inquinanti, una scadente analisi dell’impatto sul sistema idrogeologico del territorio, un totale difetto d’analisi delle ricadute del geotermico sui sistemi produttivi locali (agricoltura e zootecnia), una scarsa valutazione dell’impatto del progetto sul capillare sistema di beni a valenza storica, archeologica e identitaria presenti nel territorio. Insomma il progetto “Martis” ai martesi non è piaciuto per niente, perché non risulta rispondere ai criteri di sostenibilità sui piani sanitario, ambientale, culturale, economico e paesaggistico. Peraltro l’assemblea ha rilevato «una intollerabile discriminazione attuata nei confronti della popolazione del territorio anglonese - si legge in delibera - liquidata come area scarsamente antropizzata, laddove in relazione ai valori soglia per le emissioni di idrogeno solforato si attua un vero e proprio razzismo in materia di salute pubblica visto che se per gli Usa il valore soglia è di 0,0001 ppm (parti per milione) per il progetto proposto ad Arborea è pari a 2 ppm e per il progetto “Martis” è pari a 10 ppm. Come dire che la salute di un abitante dell’Anglona vale 5 volte meno di quella degli abitanti di Arborea e 10.000 volte meno della salute di un cittadino americano.

Per questo il consiglio comunale, all’unanimità, ha deliberato di non procedere all’intesa, di esprimere la più netta contrarietà all’iniziativa, ritenuta potenzialmente dannosa per la salute e per le attività economiche del territorio e di richiedere alla Regione Sardegna di «prodigarsi nella definizione di un Piano Energetico Regionale che, tenendo conto delle risorse della nostra terra, delle tecnologie esistenti e delle imprescindibili variabili ambientali e sanitarie, assicuri la migliore soluzione possibile al popolo sardo».

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