La Nuova Sardegna

Sassari

«Ius soli, una battaglia comune di civiltà»

«Ius soli, una battaglia comune di civiltà»

L’assemblea civica approva compatta un odg di Simone Campus sui diritti di cittadinanza

21 settembre 2014
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SASSARI. «Una battaglia di civilità. Per tutti. Su una materia che tutti riguarda. Perché riguarda bambini che conoscono la nostra lingua perché è la loro lingua. Giocano con i nostri figli perché sono compagni di scuola. Entrano nelle nostre case, nelle nostre associazioni, nelle nostre chiese. E, a volte, nelle nostre famiglie fidanzandosi e sposandosi con noi». Così Simone Campus (Pd) ha con passione illustrato l’ordine del giorno sullo “Ius soli”, il diritto di cittadinanza per i figli di immigrati nati in Italia, approvato all’unanimità dal consiglio comunale.

«Noi sappiamo – ha spiegato Campus – che sempre di più molti stranieri hanno eletto la sede del loro domicilio nel nostro paese, decidendo di venirci a lavorare e far crescere qui le loro famiglie. Queste persone hanno figli che sono pienamente integrati. Sono uguali a noi però al compimento dei 18 anni sono spogliati dai loro diritti perché non sono cittadini italiani. Per ora non si è mai fatto nulla per garantire questi diritti. Sappiamo bene quali sono le competenze e non crediamo grandi cose. Chiediamo solo al presidente del consiglio che questo ordine del giorno venga trasmesso a chi ha il compito di legiferare, perché veda che, da basso e nel nostro piccolo, qui si combatte una battaglia di civiltà».

Un tema a cui è seguita una articolata e interessante discussione. Alla fine della quale è arrivata l’unanime approvazione.

Assolutamente favorevole Pierpaolo Bazzoni (Pd): «É un voto opportuno, per aiutare a scrivere una legge seria sul diritto di cittadinanza. Perché lo sviluppo di un paese passa soprattutto attraverso i diritti civili». Sulla stessa linea Nicola Lucchi (Sassari è): «Il nostro appoggio è scontato. Se questo dialogo di oggi lo facciamo diventare consapevolezza politica di chi è chiamato ad amministrare Sassari, ecco allora non sarà tempo sprecato parlare di questi temi». Più sfaccettato l’intervento di Antonio Sassu (SpC): «Il problema è delicato. E lo dimostra il fatto che l’Europa non ci chiede niente a proposito. Se poi parliamo di diritti e integrazione non è detto che si passi da questo canale per ottenerli». Per Giuseppe Mascia (M5S): «Il tema è enorme e proprio perché è enorme impone cautela. Non dobbiamo avere fretta. Però è un tema che ci e mi riguarda ogni giorno. E non è vero che perdiamo tempo. Anzi, io speravo quando sono entrato in questa assemblea, che ci fossero momenti dedicati a discussioni di questa portata». «Non vorrei che passase l’idea – ha sottolineato Lalla Careddu (Ora Sì)– che stiamo perdendo tempo. In quest’aula oltre che di marciapiedi e lavoro parleremo di sessualità, sessismo, gay e lesbiche, diritti dei bambini, degli anziani, degli studenti, delle donne. Perché noi vogliamo volare alto. E in alto voleremo». (g.bua)

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