La Nuova Sardegna

Sassari

Allarme eroina a Sassari, sempre più diffusa tra i giovanissimi

di Gabriella Grimaldi
Allarme eroina a Sassari, sempre più diffusa tra i giovanissimi

Nuovo preoccupante dato emerso da un’indagine della Asl 1. Gli esperti: «Diffusa la pericolosissima cannabis sintetica»

12 settembre 2014
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SASSARI. Sono ragazzini, hanno commesso un reato neanche tanto grave, ai confini della bravata. Forse basterebbe una strigliata da parte dei genitori se non fosse emersa una realtà ben diversa ed estremamente drammatica. Quei due giovanissimi tra e i 14 e 15 anni si sono rivelati eroinomani e adesso sono in cura al Serd, il servizio della Asl che si occupa di dipendenze.

Un dato recentissimo, relativo al primo semestre di quest’anno, quello fornito dagli operatori di questo delicato settore che purtroppo conferma un trend già tristemente conosciuto. È infatti in aumento il numero degli adolescenti in carico al servizio per dipendenze da sostanze: per il 2014 si registrano 34 casi di adolescenti presi in cura per abuso di eroina e cannabis a Sassari, 6 ad Alghero e 8 a Ozieri e non mancano i problemi legati all’alcol.

Tutte sostanza pericolose a cominciare dalla cannabis, che i ragazzini provano ben prima dei 15 anni (risponde di aver fumato marjhuana diverse volte il 3,71 dei ragazzi) perché gliela offre un compagno più grande, perché è l’età della trasgressione, perché l’utilizzo di questa droga è sottovalutato. Quest’ultima affermazione arriva direttamente dalla responsabile del Serd Danila Grazzini: «Si è abituati, a considerare la cannabis una droga più innocua delle altre - dice la dirigente della Asl - ma forse non è abbastanza chiaro il fatto che ormai sul mercato circolano partire tagliate con sostanze sintetiche che provocano danni irreversibili al cervello. I ragazzini subiscono la perdita di tantissime cellule neuronali e manifestano problemi nel comportamento e disturbi a carico della memoria». Il dato sull’uso della cannabis emerge tra l’altro da uno studio pubblicato sul sito della Asl e condotto proprio sulla base delle attività svolte dal Serd e dal Centro Epidemiologico Aziendale. Tra i comportamenti a rischio evidenziati in un gruppo di adolescenti fra gli 11 e i 15 anni particolarmente sconvolgente è il consumo di bevande alcoliche (birra, vino, superalcolici) dichiarato da bambini di 11 anni, nel fine settimana, nel 5,77 per cento dei casi. Percentuale che sale al 27,93 dei casi fra i ragazzini di 15 anni. Una pratica diffusa e pericolosa che viene chiamata binge drinking: cioè l’ingerimento di diverse sostanze alcoliche ad alta gradazione in un tempo molto breve. Avviene fuori dalle discoteche anche prima dei turni pomeridiani dei party oppure durante le feste in casa. «Anche questo, dell’alcol, un problema largamente sottovalutato- continua la dottoressa -. Perché in famiglia non c’è la consapevolezza dei danni che l’alcol può provocare anche a dosaggi modesti nell’organismo dei giovani». È bene sapere invece che fino ai 17 anni il fegato non ha ancora sviluppato un enzima in grado di metabolizzare l’alcol. Ciò significa che le molecole della sostanza vanno dritte al cervello senza intermediazioni organiche. Un passaggio che determina modificazioni anatomiche del cervello e anche in questo caso danni irreversibili. Stesso discorso vale per la diffusione del fumo di sigaretta che va a colpire le fasce più giovani. Anche in questo caso il modello genitoriale può non aiutare a tenere lontane certe insidiose abitudini.

Ma è la ricomparsa dell’eroina, e tra quelli che sono poco più che bambini, a preoccupare. Servono interventi urgenti nelle famiglie e nelle scuole e politiche sociali contro il disagio giovanile sempre più dilagante.

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