La Nuova Sardegna

Sassari

«La caserma dei carabinieri non chiuda»

di Barbara Mastino
«La caserma dei carabinieri non chiuda»

Burgos, interrogazione urgente del consigliere regionale Daniele Cocco (Sel) per scongiurare la soppressione del presidio

10 settembre 2014
2 MINUTI DI LETTURA





BURGOS. «No alla chiusura della caserma dei carabinieri di Burgos». A chiedere chiarimenti sulla notizia, per ora non confermata, della chiusura dell’importante presidio delle forze dell’ordine, è il consigliere regionale e capogruppo di Sel Daniele Cocco, autore di una interrogazione urgente sulla questione. La soppressione della caserma di Burgos non è, come detto, confermata da fonti ufficiali, ma l’onorevole Cocco, ben informato, la dà come «oramai certa». Con queste parole esordisce la sua interrogazione, indirizzata al presidente della giunta regionale e all’assessore degli Affari Generali, con richiesta urgente di risposta scritta, «per sapere se è intendimento del governo regionale interloquire con il governo nazionale al fine di scongiurare questo ennesimo scippo alla nostra isola e quali siano le tempistiche per provvedere a tale incombente chiusura». Nella sua interrogazione Cocco individua i motivi della chiusura in questioni meramente economiche, citando «la decisione del Governo nazionale di apportare tagli alla spesa pubblica»: decisione che pur essendo a suo parere «assolutamente condivisibile e dovuta» deve però essere attentamente valutata in relazione ai diversi settori di intervento.

La caserma dei carabinieri di Burgos ha sede in un edificio di proprietà di privati: una struttura che, a quanto pare, avrebbe bisogno di qualche ristrutturazione e che quindi attualmente risulta non idonea. Una situazione che però non giustifica assolutamente una soppressione totale del presidio: in particolare non a Burgos, territorio «già messo in ginocchio dalla incombente crisi e dall’abbassamento vertiginoso dei livelli occupazionali, nonché dai limiti dettati dalla morfologia del territorio che, inevitabilmente, ne favorisce l’isolamento» e oltretutto una zona dove «la situazione di crisi, nonché la posizione geografica, alimentano la proliferazione di atti criminali e vandalici e dove quindi l’assenza di un presidio in loco costituirebbe terreno fertile per l’espandersi del fenomeno».

A Burgos e in tutto il Goceano, territori di frontiera in un entroterra sardo «interessato da una ondata di criminalità crescente», la presenza stabile di un presidio dell’Arma «funge inevitabilmente, nell’immaginario collettivo, da deterrente rispetto ai fatti di criminalità», sottolinea l’onorevole Cocco. In questo quadro, la decisione di chiudere la caserma di Burgos appare insensata, e inoltre costituirebbe «un grande smacco» per il territorio e un duro colpo alla stessa credibilità delle istituzioni dello Stato nelle menti dei cittadini. «La scelta di chiudere il Presidio di Burgos potrebbe inevitabilmente determinare come contropartita l’aumento della criminalità nel territorio», dice Cocco. Un rischio che non ci si può assolutamente permettere di correre.

La classifica

Parlamentari “assenteisti”, nella top 15 ci sono i sardi Meloni, Licheri e Cappellacci

di Salvatore Santoni
Le nostre iniziative