La Nuova Sardegna

Sassari

Le religiose “Cappellone” del Rifugio

Le religiose “Cappellone” del Rifugio

Suor Liliana Usai ricorda le Figlie della carità che hanno operato sin dalla sua fondazione nella scuola di Cappuccini

29 agosto 2014
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SASSARI. Sul colle dei Cappuccini, che con la sua chiesa dedicata a san Francesco d'Assisi sembra guardare benedicente Sassari, sorgeva in un tempo non troppo lontano, là dove oggi è il Conservatorio "L. Canepa", l'Ospizio San Vincenzo.

In quella struttura - ricorda suor Liliana Usai, delle Pie Sorelle educatrici -, che accoglieva numerosi bambini e ragazzi bisognosi di assistenza, operavano le Figlie della Carità, le famose "Cappellone". Proprio di qui ha origine un altro grande istituto: il Rifugio Gesù Bambino. E fu una Figlia della carità a determinarne l'inizio. Suor Agostina Raiteri, nelle sue visite ai poveri, incontrava spesso delle bambine povere, abbandonate a se stesse, senza famiglia o con famiglia disastrata.

Per loro chiese e ottenne dal Municipio la stalla adiacente all'ospizio san Vincenzo, dove si tenevano gli animali sequestrati. In quello stanzone, ripulito e discretamente adattato, grazie alla generosa disponibilità delle Dame di carità, furono accolte le prime bambine abbandonate. Il nome venne spontaneo, naturale, Rifugio Gesù Bambino. Solo dopo qualche anno, con la generosa somma di una nobildonna si poté acquistare la prima casa, dove vennero accolte numerose bambine e suor Agostina Raiteri ne divenne la prima Superiora.

Questa la storia dell'inizio di un Istituto conosciuto e amato dai sassaresi, e che è stato richiamato alla memoria domenica 24 agosto scorsa, da queste colonne. In quella pagina si è fatto cenno alla presenza e alla cooperazione delle Figlie della carità. Ma adesso suor Liliana sottolinea che «a guardare la storia dell'istituto, che oggi vanta grande attività e strutture efficienti, ci si commuove a considerare l'opera instancabile delle Figlie di san Vincenzo de' Paoli che, sostenute dalla generosità e dall'impegno di tante nobildonne e signore dell'alta borghesia sassarese, sono state le effettive vere madri, le educatrici, di tantissime bimbe infelici che hanno trovato in loro affetto e guida».

Molte di queste suore sono ancora ricordate, splendide figure di donne che fanno onore al "genio femminile". Ecco alcuni nomi: suor Massari, suor Bava, suor Lancella, l'attuale superiora suor Buscarino, suor Mameli, suor Salaris, fino ad arrivare a suor Concetta, coadiuvata da quattro consorelle che lavorano come educatrici, e una coordinatrice dell'attrezzata Scuola materna. Al loro fianco, Consiglieri e animatori, sono pure numerosi i preti della Missione , a partire da Padre Manzella.

«Una gran bella storia - dice suor Liliana Usai - quella del Rifugio Gesù Bambino a chiara inconfutabile dimostrazione, anche per gli uomini di oggi, che nelle vicende umane, in tempi e con modalità diverse, opera Qualcuno che per mezzo degli uomini realizza il suo progetto di salvezza. Ma può e deve essere considerata questa una viva testimonianza di fede e carità della Chiesa, di cui sono figli i laici, che hanno promosso sostenuto e tuttora guidano l'Istituto, e le religiose che hanno speso e spendono la vita in un servizio che non conosce orari, né vacanze».

Per tutte queste ragioni, suor Liliana dice che non si può parlare di "guida laica", nella conduzione educativa del Rifugio. «Anche perché - dice la religiosa - chi conosce le vicissitudini delle Scuole materne non statali e delle Istituzioni di beneficenza, le famose Ipab, nella Sardegna, sa che punto qualificante e determinante per evitarne la soppressione, voluta dall'articolo 17 del decreto regionale 348 del 1979, è stato proprio il contenuto dell'articolo 6 dello Statuto del Rifugio Gesù Bambino, in cui si garantisce alle "ricoverate l'istruzione religiosa e morale secondo i principi della religione cattolica" come pure la presenza del personale religioso nell'attività e dell'arcivescovo di Sassari, o di un suo delegato, come "membro nato" nel consiglio di amministrazione formato da laiche e da una laica presieduto».

La convivenza di religiose e laiche, in fraterna comunione di intenti e di servizio, rappresenta, anche per le famiglie che affidano i propri piccoli alla Scuola materna, come pure per le quindici ragazze attualmente accolte nell'Istituto, una garanzia di serietà, sicurezza, impegno generoso nella formazione delle future generazioni. «Allora - conclude suor Liliana - , un prosit e un augurio vivissimo per tutti coloro che nel e per il Rifugio Gesù Bambino instancabilmente operano. Sassari li ringrazia».

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