La Nuova Sardegna

Sassari

Mozione dell’Upc sulle acque termali

Mozione dell’Upc sulle acque termali

SASSARI. Con 19 voti favorevoli e due contrari ( Paolo Bus e Gianfranco Strinna Pd) il consiglio provinciale di Sassari ha approvato la mozione presentata dal consigliere Antonio Masia, (Upc)...

23 agosto 2014
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SASSARI. Con 19 voti favorevoli e due contrari ( Paolo Bus e Gianfranco Strinna Pd) il consiglio provinciale di Sassari ha approvato la mozione presentata dal consigliere Antonio Masia, (Upc) relativa all’utilizzo delle eccedenze delle acque termali dello stabilimento di Casteldoria. Ora l’esecutivo guidato da Alessandra Giudici dovrà tener conto che 19 su 21 consiglieri provinciali abbiano deciso che non si può più continuare a gettare a mare l’eccedenze dell’acqua termale di Casteldoria ma che si dovrà porvi un rimedio, che ora spetterà appunto all’esecutivo. «È la mia battaglia da quando mi sono insediato in consiglio provinciale – spiega il consigliere Antonio Masia – e oggi tutti insieme abbiamo ottenuto una piccola vittoria che va a beneficio della collettività non solo di Santa Maria Coghinas ma dall’interno nord Sardegna. L’acqua termale in eccesso non deve essere buttata nel fiume Coghinas è uno spreco buttare l’oro a mare. Deve essere gestita da un consorzio così come stabilito nel protocollo di intesa siglato nel 2004 tra la Provincia di Sassari, dai Comuni di Santa Maria Coghinas, Viddalba e Bortigiadas». Tale protocollo viene richiamato anche dalla determina regionale dell’11 agosto 2004 con la quale si rinnovava la concessione alla Provincia, e ci si impegnava a costituire tra le medesime amministrazioni apposito consorzio affinchè lo sfruttamento delle acque termominerali di Casteldoria apportasse vantaggiose ricadute sul territorio, con l’impegno da parte della Provincia di Sassari a fornire alle altre amministrazioni le eccedenze di acqua minerale. Immediata la replica dell’assessore provinciale del Patrimonio, Mario Campus, che durante l’assemblea consigliare ha tenuto a precisare che «dopo avere riletto attentamente la mozione e avere controllato ancora una volta tutte le carte, posso affermare con assoluta convinzione che la mozione stessa è superata per tre motivi: il protocollo d’intenti del 2004 è ancora valido sul piano politico, e la Provincia ha sempre fatto tutto quanto nelle sue possibilità per seguire quel percorso, come dimostrano gli incontri richiesti e ottenuti a Cagliari anche negli ultimi mesi, e le numerose riunioni avute anche con i sindaci e i consiglieri provinciali del territorio, che conoscono le carte e sanno come ci stiamo muovendo». Quella dichiarazione di intenti, tuttavia è superata per due motivi. «Anzitutto è cambiato l’assetto istituzionale e i relativi rapporti tra i soggetti coinvolti, tra la fine della Comunità montana dell’Anglona e l’istituzione dell’Unione dei Comuni, di cui non fa parte il Comune di Bortigiadas, transitato nel frattempo nell’ambito territoriale della nuova Provincia di Olbia-Tempio. Inoltre – ha concluso Campus – anche gli strumenti ipotizzati per la gestione della concessione sono impraticabili, e un consorzio tra enti locali non è più perseguibile».

Giulio Favini

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