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Candelieri e ceri di Gubbio, un legame sempre più forte

Candelieri e ceri di Gubbio, un legame sempre più forte

Alla Faradda ha partecipato il presidente della Università dei Muratori e Scalpellini della località umbra

19 agosto 2014
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SASSARI. La “Discesa dei Candelieri” , la prima dopo il riconoscimento ottenuto a Baku da parte dell’Unesco come patrimonio immateriale dell’umanità, è stata sicuramente particolare. Tra i tanti ospiti della Faradda, c’è da sottolineare anche la presenza di Fabio Mariani, Presidente dell’Università dei Muratori, Scalpellini e Arti Congenite, l’unica depositaria della Festa dei Ceri della città di Gubbio. La sua partecipazione è significativa per vale come la testimonianza del forte legame che unisce le città di Sassari e Gubbio ormai da oltre 10 anni. Già lo scorso 15 maggio una delegazione di gremianti guidata da Gavino Sale e Raimondo Rizzu è andata a Gubbio per assistere alla suggestiva “Festa dei Ceri”.

«In l’occasione del tradizionale pranzo della “Tavola Bona” svoltosi presso il Palazzo dei Consoli – racconta Raimondo Rizzu – gli oltre trecento commensali hanno potuto gustare i tipici dolci sardi( amaretti, tiricche e papassini) offerti dai gremianti».

Durante la Discesa dei Candelieri di Sassari, c’è stato un interessante confronto tra Fabio Mariani, il Presidente dell’Intergremio città di Sassari Salvatore Spada e il Presidente del Gremio dei Muratori Raimondo Rizzu.

«Si è rimarcato il fatto che le nostre feste trovano radici nell’essere cristiani praticanti, spinti anche da quella regola francescana improntata all’accoglienza del prossimo – spiega ancora Raimondo Rizzu – Inoltre abbiamo sottolineato un ulteriore aspetto: le nostre feste richiamano questi valori in ogni momento con parole chiave come apertura, rispetto dell’altro, dialogo. Noi, siamo i custodi della più genuina fede popolare nelle nostre rispettive città». Quindi l’auspicio condiviso con i rappresentanti di Gubbio è stato questo: «Con l’augurio quanto prima, di scrivere insieme una programmazione per far conoscere alle future generazioni, il valore della storia e delle tradizioni, quel senso di appartenenza necessario al dialogo con le diversità, in quella che deve essere una ricerca costante di ciò che serve ad unire realtà geograficamente distanti, piuttosto che a dividerle, come rimarcato anche nel Protocollo di Nola del 2006, sottoscritto tra le città di Palmi, Nola, Viterbo, Sassari e Gubbio».

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