La Nuova Sardegna

Sassari

Tentato omicidio, resta in carcere

Tentato omicidio, resta in carcere

Convalidato l’arresto dell’uomo che sabato ha tentato di uccidere l’ex moglie

07 agosto 2014
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SASSARI. Custodia cautelare in carcere per Paolo Cozzolino, 46 anni, l’agente di polizia penitenziaria di Porto Torres arrestato nella tarda mattinata di sabato, a Sassari, con l’accusa di tentato omicidio. La decisione è stata assunta dal giudice delle indagini preliminari Carla Altieri che ha convalidato l’arresto eseguito dai carabinieri (l’uomo si era presentato in caserma autonomamente subito dopo il grave fatto). Difeso dall’avvocato Federica Usai Strusi, l’agente della polizia penitenziaria è attualmente rinchiuso nel carcere di Tempio (una decisione assunta per questioni di opportunità, per evitare che finisse in una cella del carcere di Bancali, dove ha lavorato fino a poco prima) in attesa di essere trasferito in un altro penitenziario. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ha praticamente fatto scena muta, così come era già accaduto sabato di fronte al pubblico ministero Corinna Carrera che l’aveva voluto sentire subito dopo l’episodio.

Poco prima delle 13.30, Paolo Cozzolino aveva atteso la ex moglie Patrizia Nocera in via Sieni, dove la donna aveva parcheggiato l’auto per recarsi ad assistere una paziente ospite nella residenza per anziani che si affaccia sulla Carlo Felice. Appena la donna si è avvicinata alla Citroen C1, Paolo Cozzolino l’ha aggredita con pugni e calci e colpita più volte con un taglierino. L’uomo poi è scappato e ha raggiunto la caserma dei carabinieri, ha suonato e si è consegnato ai militari: «Ho ucciso la mia ex moglie», ha detto. Per fortuna le cose sono andate diversamente, anche se resta la gravità dell’azione che poteva davvero sfociare in un omicidio. Le condizioni di Patrizia Nocera - che aveva denunciato più volte l’ex marito per minacce e atti persecutori - sono migliorate con il passare dei giorni. Pare che Paolo Cozzolino non avesse gradito il provvedimento del giudice che - dopo la separazione - aveva disposto l’assegnazione della casa alla moglie con un assegno economico che l’uomo avrebbe ritenuto sproporzionato rispetto al reddito. Sabato l’aggressione che poteva finire in tragedia.

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