La Nuova Sardegna

Sassari

Il programma del sindaco rischia grosso

di Luigi Soriga
Il programma del sindaco rischia grosso

I dissidenti di maggioranza minacciano di astenersi nella votazione e la seduta slitta prudentemente a giovedì prossimo

01 agosto 2014
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SASSARI. Se il buongiorno si vede dal mattino, per il sindaco Nicola Sanna si preannunciano settimane di passione. Parlare di mesi, infatti, significherebbe un eccessivo slancio di ottimismo.

Ieri l’argomento del consiglio comunale era questo: “Linee programmatiche di mandato 2014-2019”. In pratica in 33 pagine, guardacaso come gli anni di Cristo, il sindaco distilla ciò che la sua amministrazione intende fare da qui a cinque anni. Cioè un bel rosario di buoni propositi, molti dei quali sbandierati in campagna elettorale, con i quali è molto difficile non essere d’accordo. Tipo: Sassari città del lavoro, una città per i giovani e più accogliente per tutti, sviluppo integrato del territorio, difesa dei diritti e delle pari opportunità... Cose così, che chiunque sottoscriverebbe a occhi chiusi. Basti pensare che lo stesso Movimento Cinque Stelle è quasi tentato a denunciare il primo cittadino di plagio, per aver scippato ai grillini ben 9 dei 12 punti elencati. Questo per capire che le linee programmatiche sono una ricognizione ad alta quota delle emergenze, dei problemi, delle sensibilità e delle aspettative della città. Non si entra cioè nel dettaglio delle criticità e delle scelte, e i contenuti potrebbero essere estrapolati dalle promesse di un partito di destra come da uno di sinistra. Perciò una pratica simile, dovrebbe passare in aula liscia liscia, con una sorta di obliterazione unanime almeno della maggioranza. E invece non è andata affatto così. Il cortocircuito si respirava già nei corridoi di Palazzo Ducale, con il capogruppo del Pd Esmeralda Ughi che parlava fitto fitto con alcuni colleghi di partito. L’intento dei dieci dissidenti era chiaro: lanciare un segnale inequivocabile a Nicola Sanna. «Tu ci allunghi il tuo biglietto da visita, ci chiedi l’ok al tuo programma di governo? E noi voltiamo la faccia dall’altra parte e ci asteniamo». Naturalmente non è un problema di obiettivi strategici da perseguire o di scenari futuribili per Sassari. Quegli stessi punti sono stati toccati uno per uno durante la campagna elettorale del centrosinistra, e hanno portato all’elezione di ogni singolo consigliere. La questione riguarda solo gli assetti di governo, o tradotto più volgarmente, le poltrone. Perché su questo punto Esmeralda Ughi, Giuseppe Masala, Carla Fundoni, Salvatore Sanna, Stefano Perrone, Valeria Fadda, Pierpaolo Bazzoni, Giovanni Crobu, Antonio Panu, Lisa Benvenuto, e dietro le quinte Silvio Lai, Giacomo Spissu e Salvatore Demontis, puntano i piedi. Rivendicano una rappresentatività in giunta legittimata dai consensi ottenuti durante le elezioni. In politica, in fondo, ciò che contano sono i voti. E forti di questo esigono un rimpasto e un peso maggiore, altrimenti sembrano disposti a far saltare il banco. Il sindaco Nicola Sanna, da parte sua, appare in netta difficoltà. Finora non è riuscito a gestire la situazione. Paga il peccato originale delle primarie, dove ha stretto accordi con Carbini, Spanedda e Marras per spuntarla contro la diretta concorrente Angela Mameli. Ma quella vittoria gli è costata delle cambiali in bianco da spendere in giunta, che i suoi alleati hanno presto incassato. Purtroppo le caselle dell’esecutivo sono poche, e in maggioranza ci sono molti scontenti. Il sindaco ha provato a forzare la mano, ad andare dritto per la sua strada. Ma non ha i numeri, e anche ieri lo si è capito chiaramente. Dovrà rinegoziare, e ha tempo sino a giovedì, a quando cioè, su richiesta dei capigruppo, slitterà il Consiglio e la discussione delle linee programmatiche. Per il Pd e per Sanna sarà un’altra settimana di passione.

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