La Nuova Sardegna

Sassari

Il centro trasfusionale si ferma la domenica

di Barbara Mastino
Il centro trasfusionale si ferma la domenica

Mancano gli infermieri per le raccolte mensili e per quelle straordinarie Il presidente della Fidas: «L’Asl intervenga, abbiamo bisogno di sangue»

01 agosto 2014
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OZIERI. Cancellata anche in questa prima domenica del mese la raccolta di sangue nel Centro Trasfusionale dell’ospedale Segni che doveva svolgersi in collaborazione con la Fidas. Il problema è lo stesso che si presenta da aprile: la carenza di personale del Centro, che già a maggio aveva fatto decidere al responsabile dell’Unità Operativa la sospensione delle raccolte domenicali nonché il “taglio” delle raccolte straordinarie nei paesi dove è presente una sezione Fidas.

Cinque lunghi mesi di stop, che hanno portato come conseguenza un drastico calo nella raccolta del sangue: bene primario per eccellenza in un territorio dove è forte l’incidenza di persone affette da malattie del sangue e dove esso è necessario per gli interventi chirurgici che si effettuano nello stesso ospedale Segni. La Fidas continua a fatica a organizzare raccolte straordinarie nei comuni vicini, grazie al grande sforzo del pur scarso personale del Centro Trasfusionale, ma il taglio delle raccolte della prima domenica del mese è purtroppo una grossa mancanza: la domenica, infatti, è l’unico giorno nel quale le persone che lavorano e studiano possono recarsi al Centro per donare, e l’importanza di quelle donazioni si è più volte dimostrata strategica. Cinque mesi di stop sono decisamente tanti, e per questo il presidente della Fidas Ozieri Giuseppe Zintu torna a far sentire la sua voce invocando l’intervento dei vertici dell’Asl affinché si riesca presto a risolvere il problema della carenza di personale nel Centro Trasfusionale.

«A distanza di mesi dal nostro primo sollecito per potenziare il personale infermieristico e medico del Centro Trasfusionale dell’ospedale di Ozieri - dice in una nota il presidente Zintu - non abbiamo avuto risposte, ma solo promesse che alla luce dei fatti odierni non hanno risolto i soliti problemi: difficoltà per le raccolte esterne e chiusura della prima domenica del mese. In questo periodo estivo, ma non solo, la richiesta di sangue e di emo-componenti è consistente, pertanto ci chiediamo perché non si faccia in modo di garantire le raccolte. Stiamo parlando di un servizio pubblico per la comunità - aggiunge Giuseppe Zintu - per garantire il quale le associazioni non si possono sostituire alle istituzioni ma solo concorrere con il Sistema Sanitario Nazionale nella programmazione all’autosufficienza regionale e nazionale e in una più efficace tutela della salute dei cittadini attraverso il conseguimento dei più alti livelli di sicurezza. Livelli - dice ancora il presidente della Fidas Ozieri - che possono essere raggiungibili solo nell’ambito di tutto il processo finalizzato alla donazione e alla trasfusione del sangue (come recita l’articolo 1 della legge 219 del 2005). Servirebbe un impegno maggiore da parte di tutti perché, come detto più volte, il sangue non si fabbrica ma si dona, ed è necessario per migliorarci e garantire su tutto il territorio i livelli essenziali di assistenza sanitaria del servizio trasfusionale. Ciò anche - conclude - per non farci trovare impreparati in vista della scadenza del 31 dicembre dell’autorizzazione e accreditamento delle strutture trasfusionali e unità di raccolta fisse o mobili».

Auspicando che in futuro le situazioni migliorino, in questo momento il Centro Trasfusionale è aperto dal lunedì al sabato dalle 8 alle 12.30.

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