La Nuova Sardegna

Sassari

Il pasticcio dei bonus maturità: una studentessa sconfigge il ministero

di Daniela Scano
Il pasticcio dei bonus maturità: una studentessa sconfigge il ministero

Il Tar del Lazio iscrive d’ufficio all'università La Sapienza una giovane romana che si era dovuta trasferire a Sassari per studiare Medicina

28 luglio 2014
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SASSARI. Non si possono cambiare le regole del gioco durante la partita. Applicando questo semplicissimo principio, non solo sportivo, e argomentandolo con le complesse regole del diritto amministrativo, nei giorni scorsi il Tar del Lazio ha bacchettato il ministero della Istruzione per il pasticcio dei “bonus maturità” eliminati (e successivamente reintrodotti) nell’estate del 2013 mentre erano in corso in tutta Italia i test di accesso alle facoltà a numero chiuso.

A causa di quel susseguirsi frenetico di decreti, circolari interpretative e nuove regole, numerosi studenti avevano perso il treno per la sede universitaria dei propri sogni. È il caso di Francesca S., giovane romana che nei giorni scorsi ha ottenuto la soddisfazione di una sentenza (la numero 7309/2004) del Tar del Lazio che annulla la graduatoria nazionale per l’ammissione ai corsi di laurea magistrale in Medicina, cancella le norme con cui il ministero aveva disapplicato e successivamente riapplicato il “bonus maturità” e corregge la graduatoria con cui Francesca S. era stata costretta a iscriversi in soprannumero alla facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università di Sassari mentre avrebbe avuto diritto a entrare alla Sapienza, nella sua città.

A Roma invece la candidata era stata superata da colleghi che avevano un punteggio inferiore al suo, notevole, di 44,70 che era crollato a 35,70 per il taglio dei nove “punti bonus” che le sarebbero spettati per il 100 conseguito alla maturità. Stessa sorte era capitata, a Sassari, a numerosi ragazzi costretti a trasferirsi nella penisola per poter studiare medicina.

Dopo avere ingoiato il rospo per il “bonus maturità” volatilizzatosi proprio mentre sosteneva i test di accesso, alla fine del 2013 Francesca S. e tanti altri studenti nelle sue condizioni avevano successivamente riacquistato – in virtù di nuove norme promulgate in sede di conversione del decreto legge 104/2013 – il diritto al punteggio. Il ministero aveva stilato una nuova graduatoria, calcolata sommando il punteggio del test e il “bonus” maturità, ma nel frattempo i posti erano stati assegnati con la graduatoria stilata senza calcolare i bonus. Francesca e tanti altri come lei si erano di conseguenza dovuti “accontentare” di una iscrizione in soprannumero nelle facoltà rimaste dopo l’assegnazione dei 117 posti con la graduatoria nazionale sbagliata. La giovane romana si era dovuta iscrivere a Sassari, l’ultima delle sedi universitarie indicate nella domanda, mentre alla Sapienza di Roma (la sua prima scelta) era stata scavalcata da candidati con un punteggio inferiore del suo riconquistato 44,70.

Secondo i giudici amministrativi della sezione terza bis del Tar del Lazio, quella girandola di nome determinò una sostanziale disparità di trattamento in quanto «gli stessi candidati che avrebbero avuto diritto al punteggio relativo alla valutazione del percorso scolastico e che, in assenza dell’abrogazione del bonus si sarebbero potuti iscrivere ai corsi – scrivono i giudici – dopo la corretta formulazione della graduatoria si sono visti preclusa la possibilità di accedere al corso di studi al quale avrebbero avuto diritto di iscriversi in quanto i relativi posti hanno continuato ad essere assegnati anche sulla base della prima graduatoria, che non è mai stata annullata in autotutela». E così quell’elenco è stato annullato dal Tar: Francesca S. studierà nella capitale. La sentenza del Tar riguardava, ovviamente, il caso personale della studentessa romana, ma interessa molti altri candidati nelle sue condizioni.

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