La Nuova Sardegna

Sassari

Scuola di archeologia A Mesumundu conclusi gli scavi

di Mauro Piredda

Un progetto che ha coinvolto 50 studenti di tutto il mondo A Siligo i lavori sono andati avanti per cinque settimane

27 luglio 2014
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SASSARI. Dopo cinque settimane di scavi si è conclusa la quarta campagna di scavo (la seconda nel sito di Mesumundu) della Scuola estiva di Archeologia medievale organizzata dall’amministrazione comunale di Siligo in sinergia con il Dipartimento di Storia dell’Università di Sassari.

Coordinati dal direttore della scuola, l’ordinario di Archeologia Medievale Marco Milanese e dagli archeologi Maria Cherchi, Alessandra Deiana, Gianluigi Marras, Matteo Pipia, Martina Zipoli, Anna Rita Becciu e Antonella Bonetto hanno partecipato circa 50 fra studenti e laureati in archeologia di numerose Università italiane e straniere (Sassari, Pisa, Milano, Napoli Federico II, Barcellona, Madrid, Santiago e Lione). Dice Milanese: «Quello di Mesumundu è un sito scavato variamente da 150 anni sino ad oggi ma paradossalmente è poco conosciuto dal punto di vista archeologico. Ma attraverso l'applicazione di metodologie stratigrafiche si stanno riportando in luce 1300 anni della sua storia attraverso alcuni elementi relativi ai diversi periodi storici».

Lo stabilimento termale venne costruito in epoca imperiale romana (II secolo ma restaurato a cavallo tra il terzo e il quarto) per poi essere raso al suolo in epoca bizantina (già nel V secolo “almeno un ambiente delle terme di Mesumundu era già utilizzato con funzioni diverse da quelle termali”). In quello stesso periodo i materiali da costruzione vennero riutilizzati per la realizazione di una piccola chiesa (Santa Maria di Bubalis), voluta da un gruppo aristocratico bizantino insediato in questo territorio. «Le sepolture di questi aristocratici scavate attorno alla chiesa bizantina negli anni Trenta e negli anni Sessanta del Novecento – spiega ancora Milanese – restituirono gioielli in oro, attualmente conservati al Museo Sanna. Uno dei risultati più importanti della campagna appena conclusa – grazie al ritrovamento di un minuscolo fazzoletto di terreno sopravvissuto agli sterri del passato - è la possibilità di leggere al dettaglio i tempi che portarono dall’abbandono delle terme romane alla costruzione della chiesa bizantina». Rimane in vita la querelle circa l’insediamento monastico cassinese che nel 1065 – a seguito di una donazione giudicale al monastero di monte Cassino - avrebbe interessato l’area in questione e il vicino Monte Santo. In un altro settore degli scavi, oltre la strada che costeggia la chiesetta, è inoltre rinvenuta un’area cimiteriale di una certa ampiezza, che dall’altomedioevo arriva all’età giudicale. «Abbiamo necessità - ha concluso il professor Milanese - di almeno un’altra campagna di scavo per poterci esprimere su questo interrogativo storico di rilievo per la storia della Sardegna giudicale, per il momento sono stati raccolti alcuni indizi, ma contiamo di poter offrire il prossimo anno indicazioni più certe. Mesumundu è un sito strategico, un central place per la storia del Meilogu, ma è anche un luogo dove leggere modi e tempi del passaggio dal mondo romano a quello medievale e costruire un caso di studio che possa essere utilizzato per capire questa transizione in Sardegna e nel bacino del Mediterraneo”.

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