La Nuova Sardegna

Sassari

Scarpa: «Consorzio, noi non ci stiamo»

di Giovanni Bua

Partenza ad handicap per il neo presidente. Il sindaco di Porto Torres: faremo la nostra parte ma cercheremo di uscire

25 luglio 2014
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SASSARI. Un inizio estate davvero da incubo per il centro sinistra del sassarese. Che, pur avendo incassato solo strabordanti vittorie dentro le urne, non riesce a trovare pace. Un nuovo fronte si è infatti aperto e non promette facili soluzioni: il consorzio industriale provinciale. L’altro ieri l’elezione di Pasquale Taula come nuovo presidente: curriculum a cinque stelle, giovane età, nessuna tessera in tasca ma un grave difetto: non essere originario di Porto Torres o perlomeno scelto con il coinvolgimento del Comune retto dal sindaco Beniamino Scarpa, dentro i cui confini ricadono la quasi totalità delle aree e delle attività produttive consortili. Abbastanza per far saltare i nervi al primo cittadino, che da settimane faceva pressione per ottenere il “diritto di nomina”. Risultato? Scarpa non solo non ha nominato il suo delegato nel nuovo cda del consorzio (che poi ha eletto il presidente), ma ha ricevuto mandato dal consiglio comunale di «mettere in atto tutte le azioni possibili per uscire dall’organismo consortile».

Un ipotesi dagli esiti quantomeno incerti, con gli sherpa da giorni al lavoro a caccia di una possibile ricucitura. E il presidente Taula che, pur auspicando un «pronto rientro del Comune di Porto Torres nel cda del Consorzio per ricoprire il ruolo che gli compete», ha poi sottolineato con più di una punta di polemica: «le particolari problematiche di natura ambientale che gravano sull’agglomerato industriale di Porto Torres, ricompreso nel sito d’interesse nazionale per le bonifiche, che richiedono che quell’amministrazione comunale possa e debba esercitare negli organi di governo consortili una capacità decisionale di assoluta rilevanza».

«La posizione assunta per la mancata nomina di un esponente della comunità di Porto Torres – ha replicato duro Scarpa – alla presidenza del Consorzio industriale provinciale è frutto di una decisione, unanime, assunta dal Consiglio comunale (ribadita anche ieri dai capigruppo di maggioranza, durissimi con il Pd sassarese in un documento ndr). Si tratta di una presa di posizione politica e istituzionale nei confronti di coloro che hanno impedito alla nostra comunità di governare il proprio territorio, non tenendo contro del fatto che la quasi totalità delle entrate finanziarie del Cip è riconducibile ad attività svolte nel Comune, come quelle derivanti dalle discariche e dal depuratore consortile, per le quali la mia comunità paga i pesi ambientali. Inoltre, non si è nemmeno tenuto conto del fatto che la quasi totalità delle aree consortili ricade a Porto Torres, la quasi totalità delle attività produttive del consorzio è « Porto Torres, i lavoratori impegnati operano per la stragrande maggioranza a Porto Torres, nella nostra città si trova il porto industriale, sta sorgendo il polo della chimica verde e Porto Torres è oggetto dell’imponente attività di bonifica ambientale Per quanto riguarda l’argomento delle bonifiche, le assicuro che l’amministrazione comunale di Porto Torres continuerà, come ha sempre fatto, a seguire ogni passo di questo processo, tra l’altro non gestito in alcun modo dal consorzio, che in quel settore non ha competenze. Faremo la nostra parte a prescindere dal Consorzio che, in occasione della sua nomina - lo dico solo sul piano politico istituzionale, rimanendo intatto il rispetto per la sua persona - hanno mortificato la comunità e il territorio su cui si fonda l’esistenza dell’organismo».

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