La Nuova Sardegna

Sassari

Multiss, i cinque operai ancora sul tetto

di Giovanni Bua
Multiss, i cinque operai ancora sul tetto

Continua la drammatica protesta al palazzo della Provincia. Uno dei manifestanti ha un malore: «Ma rimango a oltranza»

23 luglio 2014
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SASSARI. Un malore di uno dei manifestanti, il portotorrese Massimo Ledda. forse per il troppo caldo, forse per le medicine per il cuore sospese da due giorni. «Perché quando si protesta si protesta e basta». Due notti, passate sul tetto della Provincia, in barba all’aria soffocante, al vento e ala pioggia. Cinque uomini, che non vogliono fermarsi. E che da stamattina inizieranno lo sciopero della fame. Perché non c’è più niente da dire, niente da aspettare.

È sempre più drammatica la protesta dei dipendenti della Multiss, la società in house della Provincia di Sassari, saliti l’altro ieri sul tetto del palazzo di rappresentanza dell’ente, in piazza d’Italia, per chiedere rassicurazioni sul futuro della Provincia e dalla propria azienza. Cinque operai che hanno trascorso le ultime due notti all’addiaccio. E non si fermeranno.

Ieri mattina hanno ricevuto la visita del presidente della Provincia, Alessandra Giudici, e dell’intera giunta provinciale. A causa di un taglio di 4,3 milioni nei trasferimenti dal Fondo unico regionale alle casse della Provincia, l’amministrazione locale sarà costretta a ridurre del 40 per cento i contratti di servizio stabiliti per quest’anno con la Multiss, interrompendo di fatto servizi essenziali come la manutenzione delle scuole e delle strade dal 15 agosto. «Se non arriveranno i fondi – ha ribadito Alessandra Giudici ai manifestanti – non sarà la Multiss a chiudere, ma tutta la Provincia. E si porterà dietro tutti i servizi che eroga».

L’unica possibilità di scongiurare la catastrofe è che la Regione intervenga tempestivamente con un provvedimento che superi lo stallo provocato dalla delibera adottata a inizio anno dalla giunta Cappellacci, hanno ribadito i sindacati Filcams Cgil, Fiscat Cisl, Uiltucs, Ugl terziario e Css. Nonostante il coinvolgimento del presidente Pigliaru, che nelle settimane scorse aveva parlato direttamente con i lavoratori, degli assessori regionali e dei consiglieri regionali del territorio, sinora la Provincia e i lavoratori non hanno ottenuto alcuna garanzia formale.

«Noi andiamo avanti a oltranza – spiegano i dipendenti della Multiss –, e invitiamo a scelte coraggiose l’amministrazione provinciale. Tagliare orizzontalmente del 40% i contratti con Multiss sui servizi vari di fatto determina in un 80% dei valori dei contratti perché realizzato integralmente nell’ultimo semestre dell’anno e corrispondono all’avvio di una procedura di licenziamento collettivo per i 160 lavoratori Multiss. Lo scontro istituzionale per l’ottenimento delle risorse, o si risolve con una delibera di Giunta Regionale nei prossimi due giorni o la situazione non è più recuperabile».

Ad aggiungere ulteriore tensione un malore, in mattinata, di uno dei cinque lavoratori. Che, vista la sua cardiopatia, si è fatto curare dal 118 ma non ha abbandonato il tetto della Provincia. «Non scendo – ha spiegato Massimo Ledda di Porto Torres –. Ho problemi di cuore, e non sto prendendo i farmaci. Perché quando si protesta si protesta e basta. E, se non arriveranno risposte immediate, e non parole, ma fondi, smetterò anche di mangiare e di bere. Come gli altri qui con me. Non ci fermiamo. Ed è bene che tutti lo sappiano».

In attesa di novità da Cagliari Alessandra Giudici ha nuovamente allertato l’ufficio di presidenza della Regione e l’assessore regionale degli Enti locali, Cristiano Erriu. Anche perché è ancora senza risposta la richiesta di incontro inviata al governatore Pigliaru lo scorso 16 luglio, formalizzata in una affollata assemblea in Sala Angioy. Nel mentre i consiglieri regionali del gruppo Sardegna Vera, con un’interpellanza, si uniscono alla richiesta della presidente della Provincia di ripristinare le risorse del fondo unico degli enti locali, «necessarie a evitare la soppressione di alcuni servizi essenziali nel territorio e il licenziamento dei lavoratori Multiss». I firmatari, Gaetano Ledda, Michele Azara, Efisio Arbau e Raimondo Perra, sollecitano il presidente della Giunta e l’assessore alla Programmazione a reintegrare i 55 milioni tagliati. Tra cui la quota spettante a Sassari: 4,3 milioni.

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