La Nuova Sardegna

Sassari

Coaching per prevenire la dispersione

di Gabriella Grimaldi

I risultati di un’indagine del servizio Orientamento dell’università per capire e arginare il fenomeno dei “fuori corso”

23 luglio 2014
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SASSARI. In tanti si iscrivono a giurisprudenza perché il padre e il nonno hanno fatto o fanno l’avvocato, chi sceglie medicina perché la migliore amica le ha convinte, chi opta per architettura perché il fratello grande del proprio compagno di banco fa stage all’estero e «si sta divertendo un casino», chi se ne vuole andare dal pese nell’entroterra per vivere in città. Molti di loro, troppi a Sassari, dopo un certo periodo si arenano, chi senza aver dato neppure un esame, chi a metà strada e chi a un passo dalla discussione della tesi. Di fatto entrano in quello stato sociale che si chiama fuori corso. Il problema è che di studenti ritardatari nell’università di Sassari ce ne sono troppi, ed è una delle criticità che l’ateneo si porta addosso come un fardello. Va detto che quello dello studente fermo con gli studi ma comunque regolarmente iscritto è una caratteristica tutta italiana che negli ultimi anni si è anche tradotta in un notevole calo delle iscrizioni.

Ecco perché si è reso necessario correre ai ripari e avviare una serie di attività che aiutino i ragazzi in primo luogo a scegliere il corso di studi adatto a loro, che li accompagnino per prevenire o superare i momenti di crisi e li sostengano nella delicata fase di inserimento nel sistema produttivo. A Sassari è nato il servizio Orientamento, diretto dalla delegata rettorale Patrizia Patrizi che, per rendere più chiaro il quadro della dispersione universitaria, con il progetto “OrientAzione va in Dipartimento” ha condotto un’indagine su 422 studenti fuori corso. Di questi 166 hanno accettato di rispondere a un’intervista. «L’indagine - spiegano gli esperti del servizio - è servita a raccogliere le principali problematiche che possono aver contribuito al rallentamento universitario e le proposte utili a sostegno del percorso per il raggiungimento della laurea nei tempi previsti. A ogni partecipante è stata data la possibilità di accedere a consulenze individuali o di gruppo, che hanno consentito di individuare le strategie più efficaci per concludere al meglio gli studi. Ad esempio, sono stati contattati studenti che da anni non sostenevano esami, pur mantenendo l’iscrizione, come il caso di una ragazza a cui mancava solo la tesi di laurea. Da quattro anni viveva in un altro centro e ha trovato nella chiamata lo stimolo a concludere il percorso universitario».

Il servizio di Orientamento ha pensato però di aggiungere al proprio programma quello di Goals finalizzato alla prevenzione della dispersione e alla promozione del benessere universitario con attività di coaching e assistenza psicologica. Alla base dell’iniziativa c’è l’idea di orientare a una scelta efficace ogni potenziale matricola e supportarla durante il suo percorso universitario al fine di ridurre il numero dei fuori corso e rendere più efficace il percorso accademico.

Infatti accanto a queste azioni si è affiancata quella dal titolo significativo “Come sopravvivere all’università” che ha coinvolto 410 matricole e ha previsto l’esplorazione delle aspettative e delle difficoltà incontrate al loro ingresso e a metà del primo anno di corso di laurea. «I risultati emersi - conclude Patrizi - consentono di affermare che probabilmente, accompagnando lo/la studente fin dall'anticipazione e dall'effettivo riscontro del rendimento, si potrebbe non solo prevenire dall’origine l’insoddisfazione universitaria ma anche un basso livello di autoefficacia che, come evidenziato in letteratura, sono entrambi variabili in grado di generare abbandono e dispersione».

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