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Sassari, la cittadella giudiziaria è più vicina

Sassari, la cittadella giudiziaria è più vicina

La giunta decide la tabella di marcia della ristrutturazione dell’ex carcere di San Sebastiano: consultazione popolare e contatti con il ministero della Giustizia

21 luglio 2014
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SASSARI. Anche se le parole d’ordine sono “coinvolgimento” e “consultazione” della città, il futuro dell’ex carcere di San Sebastiano sembra segnato. Se tutto andrà come prevedono gli addetti ai lavori e gli amministratori comunali, il vecchio carcere diventerà la nuova sede degli uffici giudiziari. Quella “cittadella giudiziaria” invocata da generazioni di magistrati e di avvocati come cuore pulsante della giustizia al centro della città.

Nei giorni scorsi la giunta Sanna ha deciso all’unanimità la tabella di marcia che dovrebbe concludersi con la riconversione del grande edificio di via Roma nel polo degli uffici giudiziari di Sassari.

L’esecutivo ha indicato due strade parallele: da una parte l’avvio di un processo di «informazione e coinvolgimento della città sulla proposta di utilizzo dell’ex carcere quale polo degli uffici giudiziari, attraverso momenti di consultazione di tutti gli interlocutori qualificati e in primis dei rappresentanti degli organi giudiziari e degli operatori del mondo della giustizia». Contemporaneamente, il sindaco Nicola Sanna «avvierà immediati contatti – si legge nella delibera – con il ministero della Giustizia per accertare tempi e modi per l’effettiva disponibilità delle risorse necessarie alla realizzazione dell’intervento».

La questione dei fondi, ma soprattutto di chi dovrà stanziarli, è determinante. L’opera costerà all’incirca dodici milioni di euro e, come ha puntualizzato nero su bianco nella sua delibera, l’amministrazione comunale «non ha tra le proprie risorse finanziarie gli importi necessari». Per essere più esplicita la giunta ha chiarito «che appare corretto che la ristrutturazione venga conseguita attraverso lo stanziamento di adeguate risorse dal ministero della Giustizia, posto che la principale destinazione dei locali ristrutturati sarà quella di ospitare gli uffici giudiziari, consentendo in prospettiva un risparmio estremamente significativo al ministero, tenuto a rimborsare al Comune la quota prevalente delle spese per il funzionamento degli uffici giudiziari». Si tratta di quasi due milioni di euro che ogni anno vengono spesi per i canoni di affitto delle sedi sparse nella città: l’ufficio dei giudici di pace, la corte d’appello, il tribunale di sorveglianza.

La delibera approvata dall’esecutivo è conseguente al protocollo d’intesa firmato, dieci giorni prima delle elezioni comunali, dal commissario straordinario Guido Sechi. Con quell’atto venne dato il via libera al progetto della cittadella giudiziaria nei diciottomila metri quadrati dell’ex carcere dove il Comune di Sassari ha chiesto comunque di destinare un’ala dello stabile a luogo di incontro, di cultura e della memoria. Perché l’amministrazione ritiene che sia necessario «preservare parte dell’ex carcere come testimonianza storica». Ed è a questo scopo che il Comune ha già annunciato che lavorerà in stretta collaborazione con la Soprintendenza dei Beni architettonici che comunque, data la rilevanza storica e architettonica dell’edificio, seguirà tutto il lavoro di ristrutturazione. Non a caso – oltre il commissario straordinario, i rappresentanti dell’apparato giudiziario, del Demanio, dell’amministrazione penitenziaria – il protocollo d’intesa a maggio è stato firmato anche dalla Soprintendenza e dal Provveditorato interregionale per le opere pubbliche per Lazio-Abruzzo e Sardegna che sta elaborando il progetto.

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