La Nuova Sardegna

Sassari

Arresti domiciliari per Gavina Orrù

di Pinuccio Saba
Arresti domiciliari per Gavina Orrù

Secondo il perito non si può escludere completamente la coltellata accidentale, versione sostenuta dall’imputata

19 luglio 2014
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SASSARI. Secondo il presidente della Corte d’Assise Pietro Fanile le motivazioni che giustificavano la detenzione in carcere di Gavina Orrù, che il 17 luglio dello scorso anno aveva ucciso con una coltellata al petto il marito Mario Loi, sono abbondantemente superate e per questa ragione ha concesso all’imputata la misura cautelare attenuata degli arresti domiciliari. I giudici della corte d’Assise (a latere Maria Teresa Castagna) hanno così accolto la richiesta presentata dai legali di Gavina Orrù, gli avvocati Agostinangelo Marras e Letizia Doppiu Anfossi, che avevano evidenziato che a un anno esatto dal delitto, erano venute a mancare tutte le motivazioni che normalmente giustificano la detenzione in carcere: pericolo di fuga e di inquinamento delle prove (peraltro escluse già al momento dell’emissione dell’ordine di custodia cautelare), mentre la procura della repubblica aveva ritenuto che esistesse la possibilità che l’imputata potesse reiterare in reato (anche se non nei confronti del marita) e soprattutto ritenuti validi i gravi indizi di colpevolezza. Indizi che secondo il pubblico ministero Carlo Scalas persistono ancora e che hanno giustificato l’opposizione del procura della repubblica alla concessione degli arresti domiciliari.

Un castello accusatorio che ieri, forse, ha mostrato qualche piccola fessura. Ieri ha infatti deposto il perito medico legale nominato dalla Corte Vindice Mingioni. Che, rispondendo a precisi quesiti che gli erano stati posti, ha spiegato che l’ipotesi più probabile è che Gavina Orrù si trovasse di fronte al marito quando quest’ultimo venne colpito con una coltellata al torace. Ma, sempre il dottor Mingioni ha ammesso che la tipologia della ferita non esclude la ricostruzione dei fatti raccontata dalla donna subito dopo il delitto. Gavina Orrù aveva detto di aver trafitto il marito accidentalmente mentre tentava di raccogliere il telefono caduto alla vittima e, soprattutto, mentre impugnava un grosso coltello da cucina. Il perito, altro particolare che sarà oggetto di discussione, ha inoltre escluso che la seconda ferita riscontrata sul corpo della vittima potesse essere una coltellata. C’era sì un taglio sotto l’ascella destra, ma era accompagnata da un’ecchimosi. E un coltello non lascia lividi. Testimonianza che il consulente di parte civile, il professor Emiliano Aloia dell’Università di Parma, non ha potuto controbattere poiché il dottor Mingioni ha parlato chiaramente di “compatibilità” delle lesioni con il racconto della donna, ma nessuna certezza. Il processo è stato aggiornato al prossimo 10 ottobre.

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