La Nuova Sardegna

Sassari

Morghen difende il suo assessore: «Non era presente»

di Salvatore Santoni

SORSO. «C’è stato un errore, l’assessore presente era Giacomino Sias e non Mauro Vacca». È questa la risposta all’accusa di conflitto d’interessi, mossa nei giorni scorsi dal consigliere Gian Paolo...

18 luglio 2014
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SORSO. «C’è stato un errore, l’assessore presente era Giacomino Sias e non Mauro Vacca». È questa la risposta all’accusa di conflitto d’interessi, mossa nei giorni scorsi dal consigliere Gian Paolo Sanna, che il sindaco Giuseppe Morghen ha fornito davanti al consiglio comunale. Nel corso della riunione è stato inoltre approvato una sorta di atto di indirizzo “morale” per la commissione elettorale sulla scelta degli scrutatori. La maggioranza vuole nominarli con una estrazione mirata a parametri quali lo stato di disoccupazione e il reddito. La proposta è passata con i consiglieri di Sorso Democratica contrari e quelli di Unione riformista fuori dall’aula.

Conflitto d’interessi. A denunciarlo era stato il consigliere Gian Paolo Sanna, che in una delibera dell’aprile 2014, aveva “scovato” la presenza dell’assessore Mauro Vacca a votare – fra gli altri contributi a carattere discrezionale – anche quello per l’associazione sportiva presieduta dalla moglie. L’amministrazione ha corretto il testo spiegando che «per mero errore materiale è stata annotata la presenza dell’assessore Vacca, assente alla discussione della pratica, anziché quella dell’assessore Giacomino Sias, competente allo Sport, presente al momento della discussione e della votazione». Un “cambio volante” che secondo Sanna cambia di poco le cose. «Continua a essere una delibera illegittima perché adottata con 4 componenti di giunta – che nell’aprile scorso erano 8 in tutto – ha argomentato – mentre la legge prevede che siano presenti almeno la metà più uno». Da parte sua, il sindaco ha sostenuto la validità dell’atto, garantito «dalla presenza di metà della giunta». Il tema è quello dei cosiddetti quorum strutturale e funzionale. Il primo è sostanzialmente un limite minimo di presenti per ritenere valida una seduta degli organi collegiali come una giunta comunale; il secondo indica il numero minimo di voti validi per approvare una proposta. In genere, il quorum strutturale corrisponde alla metà più uno dei componenti del collegio. Detto in altri termini, si parla del principio maggioritario che regola la democrazia. Secondo quest’orientamento, nel caso in questione i presenti in giunta sarebbero dovuti essere 5.

Commissione d’indagine. Nel corso del dibattito è stata approvata una mozione congiunta per le azioni post nubifragio ma è stata bocciata l’idea della minoranza di una commissione di indagine. «Era nostro intento sopperire alle carenze al piano di protezione civile inadeguato e invece la maggioranza, che si era detta aperta al dialogo, ha scelto di chiudere la porta in faccia alla minoranza fin dalla prima proposta», sottolinea il consigliere Michele Roggio.

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