La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, un esercito di cornacchie fa “strage” di angurie

Sassari, un esercito di cornacchie fa “strage” di angurie

L’allarme della Coldiretti che si rivolge alla Regione: ingenti i danni causati agli agricoltori

16 luglio 2014
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SASSARI. Aspettano che le angurie siano belle mature, poi le cornacchie si calano sui campi e con i loro becchi possenti le spaccano per farsene una scorpacciata. Quella che potrebbe sembrare una normalissima sequenza della catena alimentare, materiale buono per entrare in un documentario naturalistico, sta diventando un dramma per i tanti agricoltori del territorio. «La situazione è ormai insostenibile. Ribadiamo ancora una volta la necessità che l’assessore all’Agricoltura Falchi e quello all’Ambiente Spano coordinino un intervento d’emergenza». È questa la richiesta di Battista Cualbu e Giuseppe Casu, rispettivamente presidente e direttore vicario di Coldiretti Sassari, davanti al disastro causato dalle cornacchie al raccolto delle angurie e dei meloni. «Già un mese fa avevamo chiesto agli assessori di intervenire in maniera congiunta per affrontare il problema, ma ad oggi i nostri agricoltori assistono impotenti ad una crescita esponenziale dei danni».

I dirigenti dell’associazione di categoria hanno fatto alcuni sopralluoghi in diverse aziende constatando non solo l’entità dei danni, ma anche l’esasperazione e la disperazione degli agricoltori: «Ormai gli strumenti di difesa passiva posti in essere dalle imprese - dice Cualbu -, come cannoni sonori e gabbie, sono del tutto inefficaci. Il problema - aggiunge Casu - è particolarmente evidente nell’agro algherese, ma abbiamo diverse segnalazioni provenienti dall’intera Nurra. A far le spese dell’azione del volatile, peraltro, non sono solo i frutti di cui stiamo parlando, ma anche gli stessi impianti di irrigazione. I danni - concludono Cualbu e Casu - hanno ormai raggiunto livelli insostenibili, superando in diversi casi il 50 per cento della produzione delle aziende interessate. La dimensione della perdita di produzione, in crescita in parallelo con la maturazione dei frutti, ha di fatto dimensioni tali da metter davvero a rischio i bilanci della realtà colpite».

Gli agricoltori sostengono che evidentemente il piano di cattura ad oggi vigente non ha sortito gli effetti voluti, per cui chiedono alla Regione la necessità di programmare interventi di lungo periodo, che non possono prescindere da un’azione immediata che porti al contenimento della popolazione del volatile, che ha ormai raggiunto dimensioni probabilmente eccessive, un fenomeno quello dell’aumento del numero di cornacchie notato da molti anche in città. «Gli agricoltori - conclude la Coldiretti - non vogliono indennizzi, chiedono solo di essere messi nella condizione di fare il proprio lavoro: ma è evidente che un’ulteriore stagione compromessa potrà difficilmente essere sopportata».

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