La Nuova Sardegna

Sassari

Gang dei siciliani, condanne confermate

di Pinuccio Saba
Gang dei siciliani, condanne confermate

Piccoli sconti di pena per tre dei cinque imputati. Parzialmente riformata la sentenza per l’unica donna della banda

11 luglio 2014
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SASSARI. Un consistente sconto di pena per l’unica donna della banda, una leggera limatura per altri tre, condanna immutata per quello che è considerato l’ideatore di una serie di rapine messe a segno in pochi mesi nel Sassarese.

Questa la sentenza di secondo grado emessa ieri dai giudici della corte d’appello nei confronti di Domenico Patruno, Antonino Maugeri, Patrizia Pulivirenti, Roberto Pulicetta e Giuseppe Fichera. Una banda di presunti rapinatori siciliani in trasferta nel Sassarese, con la sola esclusione di Patrizia Pulvirenti, anche lei siciliana di origini ma nata a Sassari 35 anni fa. Una banda che doveva rispondere di due rapine messe a segno ai danni del Banco di Sardegna di via Grazia Deledda (16 novembre 2010) e di Li Punti (7 dicembre dello stesso anno), colpi che avevano fruttato circa 50 mila euro.

In primo grado il giudice per le udienze preliminari Antonello Spano aveva inflitto ai cinque condanne per complessivi trent’anni di carcere: otti anni a Domenico Patruno (difeso dall’avvocato Antonio Secci), pena confermata dal collegio giudicante presieduto da Massimo Zaniboni; sei anni e due mesi ad Antonino Maugeri, al quale sono stati scontati quattro mesi di carcere; riduzione di pena di quattro mesi anche per Roberto Pulicetta che in primo grado era stato condannato a quattro anni e otto mesi, e per Giuseppe Fichera al quale erano stati inflitti quattro anni e quattro mesi (tutti difesi dall’avocato Stefano Porcu). Patrizia Pulvirenti, l’unica a piede libero, è invece quella che ha goduto del maggiore sconto di pena, due anni tondi tondi, da sottrarre ai cinque anni e otto mesi che le erano stati inflitti dal gup nel settembre dello scorso anno.

Per tutti gli imputati il procuratore generale Sergio De Nicola ieri aveva sollecitato la conferma integrale della condanna di primo grado, mentre per Patrizia Pulvirenti aveva sollecitato l’assoluzione perché le prove a carico dell’imputata erano contradditorie. I legali della donna, gli avvocati Claudio Mastandrea e Salvatore Dettori, hanno poi sostenuto che l’imputata fosse semplicemente “connivente” e non organica alla banda di rapinatori. Questo a causa del legame affettivo che la legava a Domenico Patruno con il quale, peraltro, condivideva l’abitazione di via Romangia, a due passi dalla filiale del Banco di Sardegna (che si era costituito parte civile con l’avvocato Piero Arru) rapinato nel novembre di quattro anni fa. La donna, hanno sostenuto i due avvocati, era a conoscenza dell’attività criminosa del compagno, ma non avrebbe avuto parte attive nei due colpi.

Tesi che è tata accolta solo parzialmente dai giudici di secondo grado (si attendono le motivazioni della sentenza per avere un quadro più chiaro) che hanno condannato i cinque componenti della banda che secondo gli investigatori era “modulare”, di volta in volta cambiava alcuni componenti del commando.

Una tesi, quella degli investigatori, rafforzata dagli arresti messi a segno nel gennaio dello scorso anno, quando i carabinieri avevano sventato una rapina ai danni dell’ufficio postale di Ittiri. In quell’occasione, infatti, vennero arrestati oltre a Patrizia Pulivirenti e Domenico Patruno, altri tre siciliani - Gaetano Bella, Giovanni Cantarella e Giuseppe Leotta - bloccati poco prima della rapina. Per quell’episodio, in un altro processo, la banda era stata condannata a quasi vent’anni di carcere, processo che attende adesso di approdare davanti ai giudici della corte d’appello.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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