La Nuova Sardegna

Sassari

L’antico ospedale ottocentesco diventa tempio della cultura

di Antonio Meloni
L’antico ospedale ottocentesco diventa tempio della cultura

L’edificio fu costruito nel 1849 per volere di Carlo Alberto Ora custodirà il patrimonio librario ereditato dai gesuiti

09 luglio 2014
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SASSARI. L’intreccio che lega le vicende del vecchio ospedale e della biblioteca universitaria potrebbe essere il soggetto di un romanzo. La nascita della biblioteca dell’ateneo turritano, infatti, risale al periodo gesuitico ed è legata al lascito che il nobile Alessio Fontana, funzionario della Cancelleria di Carlo V, destinò, nel 1558, all’originario Collegio. Più tardi, nel 1632, l’Università acquisì il patrimonio librario che da allora, a fasi alterne, conobbe un progressivo incremento. Le vecchie sale al primo piano del Rettorato riveleranno, però, negli anni, una serie di limiti legati all’esigenza sempre crescente di ospitare la struttura in una sede adeguata.

L’individuazione dello storico ospedale di piazza Fiume risale a qualche anno fa, quando, in concomitanza con il trasferimento di malattie infettive (ultimo reparto del vecchio nosocomio) nei nuovi locali di viale San Pietro, il ministero per i Beni culturali pensò di restaurare e rifunzionalizzare il mastodonte realizzato nei sei anni a cavallo tra il 1843 e il 1849. Fu Carlo Alberto, accogliendo la richiesta della Congregazione dell’Ospedale, ad autorizzare la costruzione del nuovo edificio, affidata all’impresario Giovanni Fogu su progetto dell’ingegnere piemontese Carlo Berio. «Progetto grandioso, per quei tempi», scriverà Enrico Costa nel “Sassari”, «che richiedeva spese enormi per portare l’opera a compimento». Spese sostenute per buona parte grazie alle donazioni di privati documentate dalle lapidi sulle pareti di alcuni ambienti. Elemento centrale della struttura è la cappella della Santissima Annunziata, realizzata su disegno di don Simone Manca di Mores, primo sindaco di Sassari dopo l’Unità d’Italia. Luogo di grande valore simbolico, la cappella, durante le funzioni religiose comunicava con i reparti di degenza grazie a una vetrata monumentale. Quattordicimila metri quadrati in cui troveranno posto anche l’archivio di Stato e l’archivio storico dell’Azienda sanitaria locale.

Numeri di tutto rispetto, tre sale di consultazione, ottanta posti, 8 postazioni internet, due anni per trasferire i trecentomila volumi che costituiscono il patrimonio librario. «Restano ancora cinque stanze», ha spiegato ieri, a margine della cerimonia, la direttrice Maria Rosaria Manunta, «ma il più è fatto poi si tratta di proseguire i lavori che dipenderanno dalla programmazione che il ministero per i Beni culturali avvierà per il 2015». La vecchia sede, invece, sarà occupata dalla biblioteca del dipartimento di Giurisprudenza che avrà a disposizione uno spazio più adeguato.

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