La Nuova Sardegna

Sassari

Alfa Uno, raddoppiano le famiglie assistite

di Nadia Cossu
Alfa Uno, raddoppiano le famiglie assistite

L’associazione dà aiuto a 700 poveri. Intanto 20 giovani hanno deciso di impegnarsi nel volontariato

07 luglio 2014
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SASSARI. Bruno Uldanck lavora anche di domenica. Lo fa da una roulotte perché nel centro di aggregazione sociale della borgata di Palmadula – dove l’associazione Alfa Uno ha la sede principale – un’impresa deve fare dei lavori di adeguamento che consentiranno ai ragazzi di una scuola di realizzare un interessante progetto. Ma anche i progetti dell’associazione devono andare avanti. Da qui la decisione di “traslocare” – si spera momentaneamente – nella roulotte.

L’attenzione di Alfa Uno per i poveri delle borgate e di Sassari città non si ferma nemmeno per un istante. I numeri impongono un lavoro incessante e, questa è la grande novità, sta nascendo un nuovo volontariato: i giovani hanno voluto scendere in campo con forza per aiutare i poveri. E, al momento, Alfa uno conta venti nuovi ragazzi e ragazze a ognuno dei quali è stato affidato un settore specifico: sport, ambiente, arte, musica, teatro, operatori ambulanze, turismo, bilanci. Si danno un gran daffare per coprire un territorio vasto. E le richieste aumentano: le famiglie assistite dai volontari nell’ultimo anno sono quasi raddoppiate passando da 170 a 300, per un totale di settecento utenti che quotidianamente chiedono aiuto ai soci. Uldanck lo spiega bene: «La richiesta maggiore arriva da Monte Rosello dove sono soprattutto le famiglie con bambini ad avere necessità di un sostegno. Nell’agro invece, i nuovi nati diminuiscono e per questo forniamo assistenza maggiormente alla popolazione anziana». Alfa Uno qualche mese fa ha compiuto quattordici anni di attività e col tempo molte cose sono cambiate, soprattutto sono cambiate le esigenze dei poveri. Facile immaginare quanto la presenza dei volontari stia diventando sempre più importante e l’unica sede di Palmadula rende difficile “servire” al meglio tutte le borgate, anche perché i costi di spostamento per gli utenti non sempre sono sostenibili. Ecco perché la richiesta dell’associazione è quella di poter usufruire degli spazi vuoti presenti nelle altre borgate e creare quindi dei distaccamenti che consentano di metter su una rete efficiente di collaborazione con la sede centrale di Palmadula.

Il rinnovamento dell’associazione ormai è in atto e la speranza dei volontari è che ci sia una risposta immediata da parte della nuova amministrazione comunale.

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