La Nuova Sardegna

Sassari

Acqua a peso d’oro, interviene il giudice

di Vannalisa Manca
Acqua a peso d’oro, interviene il giudice

Anche le unità abitative erano considerate commerciali: la bolletta ridimensionata passa da 646mila a 340mila euro

07 luglio 2014
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SASSARI. L’acqua è un bene prezioso, ma non può essere pagata a peso d’oro. Lo dice una sentenza che dà ragione al Comprensorio Punta Negra di Stintino, in una vertenza contro Abbanoa, che aveva applicato tariffe che il giudice del tribunale di Sassari Cristina Fois, ha ritenuto non corrette. Le cifre, pertanto, si sono dimezzate, passando dall’esorbitante richiesta di oltre 646mila euro a quella riconosciuta di poco più di 340mila.

Fino al 2005 l’approvvigionamento idrico del condominio era gestito direttamente dal Comune di Stintino, dal primo gennaio del 2006 alla gestione comunale era subentrata Abbanoa. Sino a quel momento la bollettazione era stata regolare, ma dal passaggio al nuovo gestore idrico sono trascorsi due anni prima di ricevere il cedolino con una fatturazione eseguita, però, non in forza di letture effettive, ma in acconto su consumi presunti.

Il caso, nato nel 2008, si è concluso con la sentenza del 27 giugno scorso. A sollevarlo era stato l’amministratore del comprensorio, Roberto di Cola, che aveva contestato le bollette piuttosto salate, con due reclami ad Abbanoa, mettendo in evidenza sia l’errata attribuzione dei costi di fognatura e depurazione (il Comprensorio aveva un proprio depuratore e uno scarico fognario autonomo, entrambi autorizzati dal Comune di Stintino), sia l'errata attribuzione della tipologia d'uso: era stata, infatti, applicata la tariffa per “uso non domestico” in luogo di quella “uso domestico non residenti”. Infine, Di Cola aveva segnalato una anomalia dei consumi presunti.

Abbanoa aveva respinto il reclamo, poichè - a suo dire - si trattava di una utenza a servizio di attività commerciali oltre che turistiche. In pratica, le 399 abitazioni erano state catalogate tutte come attività commerciali, mentre a Punta Negra, gli esercizi di questo tipo sono soltanto cinque e le altre unità immobiliari sono alloggi abitativi; pertanto Di Cola chiedeva che fosse applicata appunto la tariffa “uso domestico non residenti”.

Frattanto, Abbanoa informava l’amministratore che il contatore risultava non funzionante e che si sarebbe proceduto alla ricostruzione dei reali consumi idrici. Ed ecco che il ricalcolo porta a un totale di oltre 588mila euro, lievitati poi ai 646.000. Inutile dire del carteggio che si è consumato tra Abbanoa e l’amministratore Di Cola che alla fine – dice – si è trovato costretto a rivolgersi al legale. A condurre la vertenza sono stati gli avvocati Salvatore Nicola Lorusso e Ines Dau.

Roberto Di Cola, evidentemente, ha avuto una giusta intuizione, se il tribunale gli ha dato ragione. Le contestazioni delle parti e le conseguenti indagini del consulente tecnico si sono concentrate sulla problematica della tipologia d’uso (diversa da quello domestico) applicata da Abbanoa al comprensorio nonostante la destinazione residenziale della quasi totalità (399 su 404) delle unità immobiliari servite dall’unica utenza intestata al Comprensorio Punta Negra.

«Sono contento - dice Di Cola - di aver vinto una giusta battaglia. Spero anche che questa sentenza faccia giurisprudenza, visto che in Sardegna e nello stesso comune di Stintino esistono situazioni analoghe e gli amministratori si trovano a dover far pagare ai condomini cifre esorbitanti, che spesso non sono dovute». Di certo, per ora, a Punta Negra si potrà pagare il giusto, stabilito dal tribunale.

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