La Nuova Sardegna

Sassari

economia in rosso

Turismo ed esportazioni guidano l’uscita dalla crisi

di Vincenzo Garofalo
Turismo ed esportazioni guidano l’uscita dalla crisi

SASSARI. Tenuta in vita dagli stranieri. L’economia del nord Sardegna vacilla sotto i colpi della crisi, cade il settore dell’edilizia, il commercio boccheggia, l’industria resta un ricordo sbiadito,...

28 giugno 2014
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SASSARI. Tenuta in vita dagli stranieri. L’economia del nord Sardegna vacilla sotto i colpi della crisi, cade il settore dell’edilizia, il commercio boccheggia, l’industria resta un ricordo sbiadito, il tasso di disoccupazione continua a frantumare ogni record negativo, le famiglie non spendono più un centesimo. Ma a tenere accesa la fiammella della speranza ci sono due pilastri del sistema economico sardo: il turismo e l’agroalimentare.

Dati e cifre sullo stato di salute del tessuto economico del territorio sono stati anticipati ieri dal direttore della filiale sassarese della Banca d’Italia, Dealma Fronzi, dal presidente della Confindustria nord Sardegna, Pierluigi Pinna, e dal docente dell’Università di Sassari e componente del Crenos, Marco Vannini, durante la presentazione del settimo seminario dei Centri studi, organizzato da Banca d’Italia e Crenos, che si terrà martedì, 1 luglio, alle 10 e 30 nell’aula magna dell’Università. Un convegno che metterà a confronto gli esperti di settore sull’analisi e le prospettive dell’economia della Sardegna, alla luce dei rapporti presentati in questi giorni proprio dalla Banca d’Italia, dal Crenos e da Confindustria. Ospite d’onore al dibattito sarà il presidente della dinamo Basket, Stefano Sardara, chiamato a spiegare il segreto del successo imprenditoriale (quello sportivo è sotto gli occhi di tutti) della società di pallacanestro sassarese.

Le discussioni del convegno non potranno che partire dalla lettura dei dati contenuti nei vari rapporti economici che saranno illustrati dai relatori. Cifre che sebbene lascino intravedere una flebile luce in fondo al tunnel della crisi, restano ancora preoccupanti. Partiamo dalle buone notizie. Il 2013 e i primi mesi del 2014 hanno sancito che la salvezza dell’economia sarda si chiama internazionalizzazione. Gli unici due settori che hanno dato segnali positivi sono il turismo e l’agroalimentare, ossia le due branche della produzione isolana che sono in grado di proporre la propria offerta oltrefrontiera. Questo aspetto è palese proprio per il turismo, i cui dati di riferimento nel 2013 hanno registrato una crescita del 8,2 per cento. A trascinare il settore verso la ripresa è stato il turismo estero che ha segnato un +14,4 per cento rispetto al 2012. Per quanto riguarda l’industria agroalimentare i risultati positivi sono stati raggiunti grazie soprattutto agli scambi con gli Stati uniti d’America, e in particolare per merito delle crescenti esportazioni di pecorino romano.

Trovare altri aspetti positivi nella palude di dati contenute nei rapporti economici è praticamente impossibile. Il tasso di disoccupazione si attesta al 17,5 per cento, dato già spaventoso, ma che assume contorni terrificanti se si considera il solo panorama degli under 35, per i quali il tasso dei senza lavoro è del 35,2 per cento. A diffondere altro pessimismo sono le analisi sul commercio (- 9,7 per cento, con un - 21,1 per le immatricolazioni auto), l’edilizia (-3,3 per cento, con 8 mila occupati in meno solo per la provincia di Sassari). In questo scenario le famiglie soffrono e per arrivare a fine mese tagliano drasticamente i consumi.

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