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Dopo la bomba d’acqua ecco i “danni collaterali”

di Salvatore Santoni
Dopo la bomba d’acqua ecco i “danni collaterali”

SORSO. Il nubifragio che si è abbattuto sulla Romangia, oltre a creare danni diretti ingenti, potrebbe dare seguito a una catena di danni indiretti non di poco conto. Lungo la fascia costiera c’è...

23 giugno 2014
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SORSO. Il nubifragio che si è abbattuto sulla Romangia, oltre a creare danni diretti ingenti, potrebbe dare seguito a una catena di danni indiretti non di poco conto. Lungo la fascia costiera c’è preoccupazione per la chiusura della litoranea. «Abbiamo stretto la cinghia tutto l’inverno e ora probabilmente perderemo la stagione», lamentano alcuni esercenti. All’orizzonte ci sono anche le demolizioni previste - per novembre - dal Pul. In città fa paura un serbatoio a torre pericolante che si trova a pochi metri dalla scuola media.

Il combinato disposto formato dagli effetti del crollo del ponte sulla provinciale 81, del Pul (Piano di utilizzo dei litorali) e dei finanziamenti regionali di 9 milioni di euro per la riqualificazione della fascia costiera, nei prossimi mesi porrà l’amministrazione romangina di fronte a interrogativi pressanti. La già flebile economia turistica non gode di buona salute. Come se non bastasse, con l’interruzione della strada litoranea la situazione rischia di acuirsi perché gli esercenti si sono visti tagliati fuori proprio alle porte della stagione estiva.

Pul. Che il cambiamento sarebbe stato radicale, l’amministrazione lo aveva intuito fin dal principio, ma l’ha voluto proprio per questo: per mettere ordine. Il conto alla rovescia è partito all’indomani della pubblicazione sul Buras dello strumento urbanistico. Entro la prima metà di novembre i concessionari saranno costretti ad adeguarsi alla disciplina. Dovranno cioè ricostruire nelle zone individuate dal piano, con una spesa che – a seguire tutti i crismi – supera i 100mila euro. Chi non si adeguerà, si vedrà abbattere la struttura.

I 9 milioni. Presto potrebbe arrivare l’affidamento dei lavori per i 9 milioni di euro previsti dal finanziamento regionale «a supporto alle attività produttive». Quando le buste dell’appalto verranno aperte - il 3 luglio prossimo – si saprà quale ditta dovrà eseguire i lavori, e si porrà anche il primo problema. La ricostruzione del ponte sul rio Pedrugnanu è contingente allo sviluppo del sistema della mobilità alternativa dell’Area Vasta di Sassari. Tradotto: realizzare chilometri di piste ciclabili senza poterle interconnettere al sistema della Sorso-Marina sarebbe un disastro. Ci si ritroverebbe una pista ciclabile che dalla Rotonda di Platamona si sviluppa verso una strada interrotta.

Centro urbano. I problemi sono tanti, soprattutto nelle abitazioni private. Per quanto riguarda le aree pubbliche, i danni maggiori si concentrano alla fontana della Billellera, al lavatoio comunale e nella scuola media, dove la frana di un muro di contenimento mette a rischio la tenuta delle fondamenta di un imponente (e ormai marcio) serbatoio a torre di cemento. Una situazione che probabilmente richiederà la demolizione cautelare del manufatto.

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