La Nuova Sardegna

Sassari

Circonvenzione d’incapace, 2 a processo

di Nadia Cossu
Circonvenzione d’incapace, 2 a processo

Gli imputati, tra cui un commercialista, avrebbero indotto l’imprenditore Ardisson a cedere le quote della sua azienda

17 giugno 2014
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SASSARI. Anziano e “deficiente psichico” per usare il termine citato dall’articolo 643 del codice penale. Quindi una persona debole e facilmente suggestionabile. Per questo il giudice Grotteria ieri mattina ha rinviato a giudizio due persone che avrebbero fatto sottoscrivere a un noto imprenditore sassarese una scrittura privata per la cessione delle quote della società di cui era titolare.

La vittima in questione è Giovanni Ardisson, proprietario della storica azienda di produzione d’olio d’oliva – Ardisson 1805 srl – in via San Paolo. Una delle più antiche realtà imprenditoriali di Sassari. Gli imputati sono il commercialista Franco Manca, 52 anni, e l’acquirente delle quote, Antonio Raimondo Silanos di 48. La vicenda risale al 2009 quando una delle figlie di Ardisson decide di presentare una denuncia e i due vengono indagati dalla Procura della Repubblica per circonvenzione di incapace. Secondo il pm, in sostanza, i due avrebbero “approfittato” dello stato di inferiorità dell’imprenditore per indurlo a sottoscrivere un atto del quale probabilmente non comprendeva il valore. C’è da dire che quell’atto è stato poi annullato perché non è stato firmato alla presenza dell’amministratore di sostegno che era stato affidato all’anziano titolare dell’impresa da tempo e quindi non era valido. L’amministratore era proprio una delle figlie di Ardisson, un’altra sorella e un fratello si sono costituiti parte civile con l’avvocato Marco Costa.

Ora sarà un processo – che si terrà il prossimo anno così come ha deciso ieri mattina il gup – a stabilire quali siano le reali responsabilità degli imputati.

La giurisprudenza è molto chiara in materia. La circonvenzione d’incapaci è un delitto previsto dall’articolo 643 del codice penale ed è inquadrato tra i reati contro il patrimonio proprio perché si tratta di un reato commesso da chi – “abusando” delle condizioni di inferiorità (incapacità) della vittima – la “induce” a compiere un atto contrario ai suoi interessi economici. Un atto che potrebbe rivelarsi molto svantaggioso per chi viene indotto a compierlo: ad esempio una compravendita, una donazione, un testamento o anche la sottoscrizione di un assegno, il conferimento di una procura o di una carica societaria. Nel caso specifico i legali di parte civile puntano a dimostrare che quella cessione di quote da parte del loro assistito sarebbe avvenuta proprio con queste modalità. Durante il processo i due imputati avranno modo di chiarire la propria posizione ed eventualmente di difendersi dalle accuse.

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