La Nuova Sardegna

Sassari

E.On, attesa per le mosse della Regione

di Gianni Bazzoni
E.On, attesa per le mosse della Regione

La Uiltec chiede un intervento per scongiurare gli esuberi e avviare la costruzione del nuovo gruppo

09 giugno 2014
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SASSARI. Serve l’intervento della Regione per rompere il silenzio assordante nel quale è stata confinata la vertenza dei lavoratori di Fiume Santo e dei sindacati che contestano i 70 esuberi annunciati (la procedura è già in atto) e chiedono una svolta per il polo energetico del nord Sardegna.

Ieri il nuovo allarme è stato lanciato da Franco Peana della Uiltec-Uil che ha sottolineato come «ora più che mai sia fondamentale l’azione della giunta regionale nei confronti del governo nazionale e della multinazionale tedesca».

Il 30 giugno è il termine ultime per scongiurare i 70 licenziamenti con un accordo sindacale: quella data è stata conquistata al tavolo della mediazione in Provincia, e la scadenza si avvicina a grandi passi senza che - nel frattempo - ci siano state novità significative. L’impressione, infatti, è che ancora una volta sia stata impostata una operazione di attesa e di allentamento della pressione, per nascondere il fuoco sotto la cenere.

«Non si può aspettare l’ultimo momento – ha detto Franco Peana - per imporre chissà quale soluzione. Non saranno accettati ricatti di alcun genere a carico di lavoratori e sindacati, ma anche della Regione e dei cittadini. Di tutti insomma».

La Uiltec-Uil rimarca la gravità del momento in campo nazionale, con la crisi economica e occupazionale che purtroppo è ai livelli degli anni ’70, per questo auspica «una presa di posizione diversa rispetto a quelle adottate dalle precedenti giunte regionali e dai governi nazionali».

Secondo Peana, l’obiettivo non può essere solo quello di scongiurare il taglio di 70 posti di lavoro a Fiume Santo, ma anche quello di fare in modo «che venga garantita la costruzione del nuovo gruppo di produzione di energia, sostitutivo dei due chiusi per fine esercizio. Proprio il nuovo investimento, infatti, scongiurerebbe automaticamente l’esubero di personale interno e, soprattutto, assicurerebbe un ciclo di diversi anni di buona attività economica per il nord-ovest della Sardegna». Il nuovo impianto di produzione energetica è, al momento, l’unico dotato di tutte le autorizzazioni «pronto per essere accantierato e deve essere avviato con o senza i tedeschi».

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