La Nuova Sardegna

Sassari

La messa in sicurezza non basta

La messa in sicurezza non basta

Le differenze sulle due fasi. Il valore simbolico di restituire un territorio risanato

08 giugno 2014
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SASSARI. Le due fasi vengono spesso accostate, anche confuse. Ma in realtà esiste una differenza sostanziale tra le operazioni di bonifica e la messa in sicurezza di un territorio. Riparare un danno ambientale causato da forme di inquinamento continuate, infatti, non vuol dire semplicemente preoccuparsi dell’isolamento delle sostanze , dei terreni e delle acque contaminate. Significa ripristinare integralmente la capacità di quel sistema di fornire il servizio originario all’ambiente e al territorio. E su questo i tecnici sono d’accordo. La messa in sicurezza, invece, si riferisce all’adozione di una misura di emergenza che serve per evitare e limitare il rischio di esposizione delle persone.

Il caso di “Minciaredda” è emblematico. Per troppo anni sono stati conferiti e interrati scarti di produzione, veleni e fanghi, senza controllo. Un omicidio ambientale, questo sarebbe oggi. Non si sa neppure più che cosa ci sia li sotto, in un luogo vicino al mare, con presenza di falde che hanno trasportato l’inquinamento lontano. I tecnici ritengono che una messa in sicurezza sia possibile. Ma la partita vera, tutta da giocare, riguarda il rispetto della dignità del territorio e la valutazione reale dei pericoli ai quali sono state esposte le popolazioni. La riparazione del danno è un obbligo di legge. E per farlo serve una bonifica integrale, la conseguente restituzione dell’area al territorio, possibilmente come era prima dell’inquinamento. Questo avrebbe un grande valore simbolico. Tutto il resto - tombamenti, rimozione parziale di rifiuti, creazione di nuove discariche - non consentirebbe di voltare davvero pagina. (g.b.)

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