La Nuova Sardegna

Sassari

Perde i soldi ai videopoker e si inventa una rapina

di Gianni Bazzoni
Perde i soldi ai videopoker e si inventa una rapina

Porto Torres, operaio trasfertista 45enne denunciato dai carabinieri per simulazione di reato

24 maggio 2014
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PORTO TORRES. Si è inventato una rapina per giustificare il fatto di avere perso in poche ore quasi 500 euro ai videopoker. Protagonista della vicenda un operaio trasfertista di 45 anni che - da qualche settimana - lavora a Porto Torres per conto di una impresa della zona industriale. A conclusione delle indagini - definite a tempo di record dai carabinieri - l’uomo è stato denunciato in stato di libertà per simulazione di reato. Finta rapina. La storia comincia la sera di mercoledì.

L’uomo si presenta in caserma e dice di essere stato aggredito e rapinato della somma (500 euro) che poco prima aveva prelevato allo sportello bancomat del Credito Sardo, in viale delle Vigne. Ha dello escoriazioni al viso, dice di avere perso i sensi e di essere caduto a terra. «Non ricordo niente – afferma – e non ho visto in faccia gli aggressori». Viene accompagnato alla guardia medica e riceve le prime cure. Le ferite, però, non vengono considerate compatibili con una aggressione, piuttosto con una caduta. Le indagini. I carabinieri raccolgono la denuncia e avviano le indagini. Visionano le riprese delle telecamere dell’istituto di credito, dalle quali risulta un prelievo da parte dell’operaio, ma al mattino. E non emerge alcuna aggressione o la presenza di persone sospette. I riscontri.

Una serie di contraddizioni emerse dal primo racconto dell’operaio, portano i militari guidati dal capitano Romolo Mastrolia a cercare una serie di riscontri. Così si scopre che l’uomo ha trascorso parte della giornata in un bar-sala giochi tra il villaggio Verde e la zona C1/2. Ha giocato a lungo alle macchinette videopoker. La confessione. Gli investigatori decidono di risentire l’uomo, che viene convocato in caserma. Messo alle strette, alla fine, confessa e dice di essersi inventato tutto. Non c’è stata nessuna rapina, non ci sono aggressori misteriosi. E l’allarme rientra.

L’operaio racconta di avere prelevato effettivamente i 500 euro la mattina e poi di avere giocato e perso gran parte del denaro alle slot machine. Poi la decisione di simulare il reato, con l’aiuto di qualche bicchiere di troppo, per giustificare la sparizione dei soldi alla moglie. Inevitabile la denuncia per simulazione di reato.

Nuove dipendenze. Storie di ogni giorno. In ogni angolo della città, dove è presente una delle macchine videopoker, ci sono giocatori che tentano la fortuna. Alla fine, però, vince sempre il computer che è programmato per non perdere mai (nel bilancio finale). Eppure si fa la fila per giocare, molte le donne, tanti i senza lavoro o con occupazione precaria. Tutti a inseguire un sogno attraverso il gioco. Così nascono le nuove dipendenze. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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