La Nuova Sardegna

Sassari

Fiume Santo, nuovi scioperi contro E.On

di Gianni Bazzoni
Fiume Santo, nuovi scioperi contro E.On

Duro attacco di lavoratori e sindacati: «Intervenga subito la Regione, i tedeschi devono andare via»

06 maggio 2014
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SASSARI. «Serve l’intervento della giunta regionale per fare in modo che E.On acceleri con le procedure di vendita degli impianti di Fiume Santo e lasci la Sardegna dove, ormai, ha definitivamente chiuso la propria esperienza». E’ racchiuso in questo messaggio di Massimiliano Muretti, segretario della Filtcem-Cgil, il significato dello sciopero di ieri mattina (due ore) al quale faranno seguito - con le stesse modalità - quelli di domani e venerdì. I lavoratori della centrale incroceranno le braccia a giorni alterni per portare avanti una protesta che si trascina da mesi senza che la vertenza abbia prodotto risultati apprezzabili. Anzi, da parte della multinazionale tedesca sono arrivate nuove sfide con dichiarazioni di esuberi non meglio giustificati (specie se si considerano gli utili maturati a fronte di impianti che hanno necessitò di innovazioni importanti per continuare a produrre energia in condizioni di sicurezza).

«E’ incredibile quello che sta accadendo – ha commentato Franco Peana della Uiltec-Uil di Sassari – perchè tutti conoscono la storia a memoria. La costruzione del quinto gruppo a carbone e la riambientalizzazione dei vecchi 1 e 2 (ormai fermi perché fuori legge), oltre a sventare gli ormai imminenti 70 licenziamenti diretti più quelli dell’indotto, permetterebbe l’immissione nella rete sarda di una quantità di energia sufficiente per alimentare le fabbriche delle aziende energivore - come l’Alcoa - che invece stanno chiudendo i battenti, strozzate da un costo energetico insostenibile».

Il sindacato individua nella giunta regionale guidata da Francesco Pigliaru il soggetto fondamentale che può dare pieno sostegno a una vertenza che non è di un solo territorio ma di tutta la Sardegna.

«L’energia è una questione di primo piano e la Regione, se vuole, può tessere una rete di contatti per fare ripartire in maniera concreta l’economia della nostra isola», questo il pensiero di Franco Peana che rafforza, così, la posizione delle organizzazioni sindacali sul fronte energetico.

Per la Uiltec serve un intervento deciso da parte della Regione «per dare propulsione alla vendita di E.On e fare andare via i tedeschi dalla Sardegna, dove non hanno più un ruolo se non quello della tutela dei propri interessi a discapito di quelli dei sardi».

Parla di «rinascita vera della Sardegna», Franco Peana. E rimette al centro dell’attenzione il polo energetico di Fiume Santo, con il richiamo alla giunta regionale affinchè si dedichi immediatamente a seguire la vicenda Fiume Santo, anche per i necessari rapporti che devono essere sviluppati con il Governo nazionale.

«Assicurare al produttore una soddisfacente quantità di energia venduta – ha detto ancora Franco Peana – e garantire al “grande” consumatore un prezzo concorrenziale sulle quantità acquistate, darebbe il via a un fenomeno attraverso il quale l’industria sarda può ripartire e fare risorgere la media e piccola impresa. Aumenterebbero gli stipendi erogati, ci sarebbe una crescita dei consumi e un rifiorire delle piccole attività commerciali e artigianali. Aspettiamo che politica e istituzioni facciano le loro mosse, prima che sia troppo tardi».

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