La Nuova Sardegna

Sassari

processo per armi a Buddusó

Slitta la sentenza, sarà sentito il perito

di Nadia Cossu

Era l’udienza attesa per la sentenza. E invece si ricomincia, nel senso che il giudice, accogliendo la richiesta del pubblico ministero, ha disposto la riapertura dell’istruttoria dibattimentale per...

03 maggio 2014
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Era l’udienza attesa per la sentenza. E invece si ricomincia, nel senso che il giudice, accogliendo la richiesta del pubblico ministero, ha disposto la riapertura dell’istruttoria dibattimentale per sentire il perito balistico. Il colpo di scena nell’aula della corte d’assise di Sassari riguarda il processo per armi di Buddusò.

Il 10 maggio 2011 – nell’ambito delle indagini sul delitto di Giovanni Battista Bacciu e del nipote Antonio, che risale al 29 aprile 2011 – nel terreno in località Sa Dispensa, i carabinieri Cacciatori di Sardegna avevano scoperto venti proiettili calibro 9 con ogiva di piombo (le cosiddette parabellum, in dotazione alle forze dell'ordine), nove cartucce calibro 12, di cui otto pallettoni, tre spezzoni di miccia a lenta combustione e cinque detonatori. Il terreno era in uso ai fratelli Giovanni Antonio e Mario Canu (il primo fu poi arrestato il 9 marzo del 2012 per il duplice omicidio Bacciu).

I due fratelli di Buddusò erano stati arrestati nel 2011 (e in seguito scarcerati) per detenzione abusiva di materiale esplosivo e munizioni. Giovanni Antonio e Mario Canu – difesi dagli avvocati Antonio Secci e Sara Luiu – avevano risposto alle domande del giudice durante l’interrogatorio di garanzia sostenendo con forza che il podere nel quale lavoravano (e dove era stato trovato l'esplosivo) era a uso civico e quindi chiunque poteva entrarci. Inoltre gli allevatori avevano ribadito che quel materiale era stato recuperato dai militari all'interno di un camion abbandonato nel terreno, a loro detta accessibile a chiunque. Il pubblico ministero Carlo Scalas – che in questo processo ha utilizzato anche intercettazioni ambientali relative al processo per l’omicidio dei Bacciu – aveva chiesto per entrambi la condanna a 3 anni e due mesi di reclusione.

E proprio quando il processo era praticamente chiuso è arrivata la richiesta dell’accusa: acquisire la testimonianza del perito. Il tribunale, con ordinanza ha accolto l’istanza e disposto l’audizione del perito balistico Madeddu che dovrà comparire all’udienza del 25 giugno. In quell’occasione sarà verificata la relazione del tecnico sui materiali esplosivi che furono trovati dai carabinieri a Sa Dispensa.

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