La Nuova Sardegna

Sassari

L’identikit dell’alunno che getta la spugna

L’identikit dell’alunno che getta la spugna

Maschio, 15 anni, ripetente. Ma gli esperti avvertono: «La responsabilità non è soltanto dei giovani»

01 maggio 2014
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SASSARI. Ma qual è l’identikit dell’adolescente che decide di abbandonare gli studi? E che fine fa, generalmente, dopo che lascia la scuola? Sono domande alle quali la letteratura sulla dispersione ha cercato sin dagli anni Settanta di dare delle risposte precise, mettendo in evidenza alcuni indicatori che contribuiscono a definire il profilo dei soggetti a rischio. Tuttavia, come fa notare il ricercatore Ernesto Lodi, che ha fornito il supporto metodologico al report sugli istituti sassaresi, collaborando alla revisione critica dell’indagine, l’interrogativo da porsi è anche un altro: «Chi abbandona chi?». Perché, come emerge da svariati studi sull’argomento, a scappare non sono soltanto gli alunni.

Partendo dai primi quesiti, nel report si legge molto chiaramente che il soggetto interessato dal cosiddetto drop-out (dall’inglese “cadere fuori”) è nella maggior parte dei casi un giovane di sesso maschile con percorsi scolastici segnati da ripetenze e interruzioni, con un voto basso alla licenza media e talvolta pendolare. Inoltre le frequenze di uscita dal sistema scolastico sono inversamente proporzionali al capitale culturale della famiglia di origine, intendendo per capitale culturale quell’insieme di conoscenze, valori, competenze cognitive, affettive, emotive e relazionali che l’individuo - in parte - eredita dalla famiglia e che lo pongono, rispetto all’istituzione scolastica in condizione di vantaggio o svantaggio». Per quanto riguarda l’età, le uscite più massicce sono generalmente in corrispondenza con le tappe iniziali dei vari cicli scolastici (14 e 15 anni, dunque - ndr)».

«Ma - precisa Lodi - nell’accezione comune l’espressione abbandono scolastico tende a identificare nella persona dell’allievo colui che agisce l’abbandono, oscurando il ruolo sostenuto dalla scuola. E invece il dropping out non appartiene soltanto né principalmente alla persona che ne è interessata, al singolo individuo, non è un processo meramente soggettivo, infatti non vi sono danni evidenti solo per l’adolescente che abbandona, ma perdono con lui tutte le istituzioni coinvolte a vario titolo nell’educazione. È un processo complesso che coinvolge più soggetti e sistemi - conclude l’esperto -, una realtà frutto di una co-responsabilità: e quelle dirette sia della scuola sia della società non possono certo essere dimenticate. (andr.mass.)

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