La Nuova Sardegna

Sassari

Sol Levante alla Frumentaria di Sassari

di Fabio Canessa
Sol Levante alla Frumentaria di Sassari

In mostra i preziosi oggetti del periodo Edo e le incisioni contemporanee di Hiroaki

25 aprile 2014
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SASSARI. C’è un’espressione che condensa perfettamente la sensibilità, l’estetica giapponese: “mono no aware”. La traduzione letterale, più o meno il sentimento delle cose, rende solo vagamente l’idea di questo termine che identifica la bellezza effimera di ogni cosa e la dolce e commossa malinconia che rimane dentro di noi al loro passaggio. Se l’esempio più facile da menzionare è la contemplazione dei ciliegi in fiore, rito collettivo primaverile in Giappone, il concetto trova la sua formulazione letteraria nel più classico romanzo giapponese: “Genji monogatari”. Scritto nella prima decade dell’XI secolo da una dama di corte al servizio dell’imperatrice Soshi, conosciuta con il soprannome di Murasaki Shikibu, il romanzo consistente in 54 capitoli racconta gli amori e le avventure del nobile Genji, lo Splendente.

La storia del principe fu illustrata fin dai tempi della sua redazione in rotoli orizzontali e continuò a richiamare l’attenzione degli artisti fino al periodo Edo e ancora oggi. Alla suggestione visiva di quest’opera millenaria è dedicata la mostra “Splendori dal Giappone”, promossa e realizzata dal Comune di Sassari in collaborazione con il Museo d’Arte Orientale di Venezia, con i Musei Civici di Padova e con l’Associazione Tabularasa. A ospitare le opere, da una parte preziosi oggetti del periodo Edo e dall’altra le incisioni dell’artista contemporaneo Miyayama Hiroaki, saranno le sale del Palazzo della Frumentaria dal 2 maggio al 30 giugno (dal martedì alla domenica, ore 10 – 13 e 17 – 20).

«L’idea – spiega la storica dell’arte Caterina Virdis Limentani curatrice della mostra – è venuta durante la biennale dell’incisione organizzata dall’associazione Stanis Dessy ed è stato possibile organizzarla grazie alla collaborazione con il Museo d’Arte Orientale di Venezia, che ha messo a disposizione opere importantissime e anche delicate. Per questo ci saranno condizioni di luce particolari, per evitare possibili danneggiamenti».

Le stampe e gli oggetti d’arte che saranno esposti, del periodo Edo, documentano la grande fortuna che il “Genji monogatari” ebbe nei secoli, a grande distanza dalla sua composizione, avvenuta nell'epoca Heian. «Episodi del romanzo e immagini dell’autrice sono stati evocati, oltre che da disegni, stampe e dipinti, anche da raffinati oggetti d’uso, dato che una vera e propria concezione della pittura si affermò in Giappone solo in epoca Meji, nel XIX secolo», spiega Caterina Virdis Limentani. Si potranno così ammirare, oltre a preziose xilografie, paraventi dipinti e decorati in foglia d’oro, coppette in lacca e oro, scatole in lacca, una raffinata racchetta da volano e un sontuoso soprabito da cerimonia ricamato in oro, argento e seta.

La seconda parte della mostra è costituita dalle incisioni di Miyayama Hiroaki. Nato a Tokyo nel 1955, artista che ha lavorato ed esposto in molte città del mondo, Miyayama dedica a vari passaggi del “Genji Monogatari” 55 calcografie. L’unione tra natura e bellezza muove la visione dell’artista che ha tradotto in significative, raffinate immagini floreali e femminili spunti del romanzo, un grande classico della letteratura giapponese e mondiale. Tutto viene evocato con un taglio particolare: parti del corpo, rami, fiori, sono rappresentati come se fossero “spiati”. Un gioco di vedo e non vedo, che coinvolge chi guarda le opere in una sorta di voyeurismo. Il corpo, per esempio, compare per piccoli scorci che rendono riconoscibili gambe, mani o braccia come spiate da postazioni segrete.

Uno sguardo parziale quello di Miyayama, che avvicina l’artista al romanzo. «È come – sottolinea la curatrice – un riferimento all’etichetta di corte del periodo in cui fu scritto, all’inizio dell’XI secolo, quando le dame si nascondevano dietro cortine e paraventi». Donne che incarnano una forte sensualità mai esposta e per questo ancora più affascinante. Più che nell’esposizione del corpo si avverte, nelle accurate descrizioni che contraddistinguono il romanzo scritto da Murasaki Shikibu ma anche in molte opere di artisti che si ispirarono successivamente al “Genji monogatari”, le sagome dietro i paraventi o il fruscio delle meravigliose vesti. Un fascino, una bellezza che si unisce a quel senso di malinconia, commozione, senso di fugacità insito nella vita e riassunto nel concetto di “mono no aware”. Lo riprende anche Miyayama Hiroaki con le sue stampe calcografiche. E l’artista non sarà protagonista della mostra soltanto con le sue opere. A metà maggio verrà a Sassari, e all’Accademia di Belle Arti terrà un workshop dove mostrerà il suo particolare modo di lavorare. «Una tecnica vertiginosa – dice Virdis Limentani – che prevede l’ottenimento di ogni singolo colore mediante il passaggio attraverso cinque diverse lastre».

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