La Nuova Sardegna

Sassari

Le fiamme partite dall’angolo cucine

di Gianni Bazzoni
Le fiamme partite dall’angolo cucine

Primi risultati degli esami dei vigili del fuoco: non è stato utilizzato liquido infiammabile. Strane scritte su alcune pareti

24 aprile 2014
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SASSARI. L’odore del fumo si mischia a quello del mare, vigili del fuoco e carabinieri frugano tra le strutture annerite dal fuoco. Le fiamme sono partite dalla parte dove c’erano le cucine, verso il mare. Ma non è stato utilizzato liquido infiammabile: forse è bastato accendere uno dei cumuli di rifiuti presenti in ogni angolo del vecchio ristorante del Lido di Sassari. Per terra un accendino rosso dimenticato chissà da quando: «Non è un reperto utile per le indagini».

Dopo oltre un’ora di sopralluogo, i tecnici dei vigili del fuoco lasciano la spiaggia e quell’insieme di baracche annerite. Se ne vanno e dal comando provinciale partono due fonogrammi: uno al Comune di Sassari e l’altro alla Prefettura. Si segnala la necessità di intervenire immediatamente per la messa in sicurezza e anche l’importanza di interdire temporaneamente il tratto di spiaggia dove sorge la struttura.

Le cause. L’energia elettrica è staccata da anni, quindi la prima certezza è l’esclusione di un eventuale cortocircuito. Il Lido di Sassari è stato avvolto dalle fiamme perché qualcuno l’ha fatto con dolo o in maniera accidentale. La prima ipotesi sembra prevalere nelle valutazioni degli investigatori. Anche se ultimamente erano state notate alcune persone che - specie durante la notte - stazionavano in alcuni ambienti della struttura abbandonata. Non si esclude che qualche fuoco possa essere stato spento male e sia ripartito alimentato dal vento. Non sono stati trovati inneschi.

Strane scritte. Lunedì notte sono comparse delle strane scritte: «Degrado! Boom». Sono state tracciate con vernice spray di colore nero, una - su sfondo bianco - è visibile anche dalla strada. Lette alla luce di quello che è accaduto martedì sera, possono assumere un significato particolare, come se sia stata portata a compimento la missione di chi voleva eliminare il degrado con il fuoco.

Tutto facile. Che siano vandali o qualcosa di meno scontato, dare fuoco alle strutture in abbandono del Lido di Sassari è stato un gioco da ragazzi. Nessun controllo, vigilanza assente, possibilità di accesso su più fronti, soprattutto dalla spiaggia. E fuga senza problemi, nel senso che quando le fiamme sono state notate, chi ha attivato il rogo era già lontano.

La paura. Il primo a dare l’allarme è stato il custode del Centro salute che sorge a poche decine di metri di distanza, sempre sulla spiaggia. Poi, quando le fiamme hanno raggiunto i dieci metri di altezza e si sono sentite alcune esplosioni, i residenti della zona hanno avuto paura che la situazione potesse andare fuori controllo. I vigili del fuoco hanno dovuto agire con cautela, anche per evitare che le temperature elevate (succede quando brucia legno e plastica) potessero nascondere altre insidie (non è mai esclusa la presenza di bombole anche dentro strutture in abbandono).

I danni. Ristorante e spaghetteria non ci sono più, anche se erano già un lontano ricordo. Sulla sabbia c’è uno spettacolo indecoroso: un water rovesciato, decine di bottiglie e altri rifiuti vari. In fondo l’incendio ha solo accelerato una bonifica che era nei programmi. Cambia lo scenario, reso ancora più triste dallo scheletro di legno nero che fronteggia il mare di Platamona. I primi bagnanti coraggiosi tuffano e nuotano, voltano le spalle. Quasi a voler ignorare la distruzione. Le pale meccaniche dovevano ripulire l’area. Ora dovranno fare la stessa cosa, solo che di mezzo c’è un incendio che lascia un’ombra inquietante.

Il nuovo Lido. Antonio Chironi è l’imprenditore che ha in progetto di fare rinascere il «New Lido». Da un po’ di tempo è alle prese con la burocrazia: autorizzazioni, carte e tutto ciò che complica la vita stessa di Platamona, dove tutto si ferma e anche le cose più semplici diventano materiale per studiosi dell’impossibile. Chissà se l’incendio ha ingarbugliato ulteriormente le cose: i più scettici sostengono che l’estate è ormai alle porte e anche aprire un chiosco in quella porzione di spiaggia sarà un progetto irrealizzabile. Ieri Chironi ha scelto di non parlare, preferisce aspettare che si chiarisca cosa c’è dietro quel fuoco della sera dopo la festa di Pasquetta.

Messaggi. Solo fiamme e distruzione, nessun messaggio particolare. Non ci sono state intimidazioni o minacce. Per questo le indagini guardano in più direzioni, e il lavoro non è certo semplice.

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