La Nuova Sardegna

Sassari

Battaglie elettorali, 125 anni fa il naufragio della “Concordia”

Battaglie elettorali, 125 anni fa il naufragio della “Concordia”

È stata la più accesa fra le competizioni amministrative della storia cittadina, con l’inciucio di una lista chiamata come la tristemente famosa nave da crociera

23 aprile 2014
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Settimana di passione (elettorale). Parte seconda. L’appassionante gara, i bisticci post-gara, i ricorsi mancati, l’accordo notturno, i disaccordi sui nomi. C’è tutto per dirci che sino al 25 maggio ne parleremo ancora. Ma la più accesa fra le competizioni elettorali della storia comunale sassarese è di 125 anni fa. È stata raccontata tante volte. E il bello è che al centro stava una lista che si chiamava “della Concordia”. Dal 1848 al 1891 la caratteristica delle elezioni amministrative era che una volta vinceva un partito, l’altra volta l’altro.

I partiti erano quelli di sempre: il moderato (che si chiamava anche monarchico-costituzionale) e il progressista (che si chiamava anche democratico e talvolta pure repubblicano). Facevano capo a due avvocati: il primo a Salvatore Manca Leoni (cognomi separati, poi il professor Flaminio, ultimo sindaco della Sassari liberale ottenne nel 1917 il decreto che lo faceva Mancaleoni tutt’attaccato), il secondo a Gavino Soro Pirino, leader del mazziniani sassaresi e amico personale dello stesso Mazzini. Non è neppure facile orientarsi nel rincorrersi di maggioranze e minoranze nelle elezioni di quella seconda metà del secolo, tutte giocate all'insegna di una stanca ma arrabbiata competizione. Alla fine una cosa alla Renzi-Berlusconi, direbbero i cronisti di oggi: per le elezioni del 1891 i due “grandi vecchi” si misero d’accordo. Deposero le armi e misero insieme una lista unitaria che giustamente si chiamava “della Concordia”.

Guerra finita? Mai sia. Un gruppo di giovani, anche loro quasi tutti avvocati, per lo più usciti dallo studio del maestro Soro Pirino, rifiutarono quello che i cronisti di oggi avrebbero chiamato “l’inciucio” e presentarono una lista tutta loro, accompagnata dalla pubblicazione di un settimanale al quale, per dire della loro sete di rinnovamento, posero nome La Nuova Sardegna. Il risultato segnò il più grosso ribaltamento nella storia di Palazzo Ducale (che proprio allora stava per essere comprato dalla Giunta): i “giovani” furono tutti eletti, dal naufragio della “Concordia” (vedi assonanza!) si salvarono solo i due capi, ma dopo poche settimane di consiglio comunale si ritirarono non solo dal Consiglio ma addirittura dalla vita politica. Del resto Manca Leoni aveva 54 anni, Soro Pirino 61, e allora si diventava vecchi molto presto. Nel marzo del 1892 “La Nuova” da settimanale diventò quotidiano.

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