La Nuova Sardegna

Sassari

Chiave bulgara per aprire porte blindate

di Gianni Bazzoni
Chiave bulgara per aprire porte blindate

Una quindicina i colpi messi a segno in città con bottini da 30mila a 100mila euro. Scoperti dagli investigatori della Mobile

15 aprile 2014
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SASSARI. Colpi da 30mila a 100mila euro, senza lasciare la minima traccia. Una quindicina quelli accertati finora, ma potrebbero essere molti di più. Entravano e richiudevano il portoncino blindato aperto poco prima con una tecnica da professionisti, utilizzando la “chiave bulgara”, il grimaldello inventato dagli 007 dell’Est per accedere agli appartamenti dove dovevano piazzare le microspie senza destare sospetti.

Due georgiani, da tempo in Italia e domiciliati in un campo nomadi di Afragola (in provincia di Napoli) sono stati smascherati e arrestati dagli agenti della squadra mobile della questura a conclusione di una brillante eo complessa indagine andata avanti per circa due mesi. Si tratta di Leri Ivechiani, 39 anni, e Vasili Merlani, di 26: al momento del fermo erano a bordo di una Bmw grigia (utilizzata per spostarsi in città). Oltre alle “chiavi bulgare” e a una serie di altri arnesi da scasso, i due sono stati trovati in possesso di una ingente somma di denaro (euro e dollari).

Viaggio in nave. Biglietti separati, quasi sempre ritirati all’ultimo momento, e viaggi in nave, scegliendo però porti diversi: Cagliari, Olbia e Porto Torres. Sono tre le trasferte in Sardegna documentate con certezza dagli investigatori della squadra mobile guidati dal dirigente Bibiana Pala, nell’arco di poco meno di tre mesi, per i due georgiani. Quando si fermavano a Sassari, soggiornavano in case prese in affitto nella riviera.

Professionisti. Formati nella zona dell’Est europeo, dove si sono trasferiti dalla Georgia, i due fermati appartengono a un gruppo di professionisti che di recente ha già messo a segno colpi simili in diverse zone d’Italia. L’arrivo in Sardegna può essere collegato a rapporti da scoprire e che fanno parte dell’attività investigativa ancora in corso da parte degli agenti della IV Sezione, diretti dal sostituto commissario Roberto Piliu.

La tecnica. Gli obiettivi venivano scelti con cura: appartamenti in zone residenziali: soprattutto a Luna e Sole, ma anche via Prunizedda, via IV Novembre e via Giagu, oltre alla zona di San Paolo. I furti quasi tutti fra metà mattina e primo pomeriggio. I portoncini blindati venivano aperti utilizzando la “chiave bulgara” che apre l’80 per cento delle porte blindate. Prendevano gioielli e denaro, poi se ne andavano lasciando tutto in perfetto ordine, senza neppure una traccia.

Colpo da 100mila. Centomila euro in una sola botta: una volta i due georgiani si erano finti addetti ai traslochi e si erano portati via due casseforti sistemate dentro delle scatole.

Denunce in ritardo. I furti venivano denunciati sempre in ritardo di diversi giorni, perchè le vittime si rendevano conto del furto solo in maniera casuale. Spesso i sospetti cadevano prima su qualcuno di casa o sulla colf. Invece dietro c’erano i due professionisti.

Incastrati. Li hanno studiati per giorni e giorni, seguiti e documentati. Un lavoro lungo e delicato, poi gli investigatori hanno chiuso il cerchio mettendo insieme indizi e prove che hanno convinto il sostituto procuratore Paolo Piras a emettere il provvedimento di fermo. Fondamentale anche il lavoro degli specialisti della Scientifica e i filmati di alcune telecamere. Leri Ivechiani e Vasili Merlani sono stati rinchiusi nel carcere di Bancali. Le indagini proseguono.

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