La Nuova Sardegna

Sassari

Allarme in via Napoli per una fuga di gas

Allarme in via Napoli per una fuga di gas

Il direttore di Medea: «Troppe imprese scavano senza autorizzazione creando situazioni di pericolo»

15 aprile 2014
2 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Disagi e traffico in tilt, all’angolo tra via Napoli e via Alghero, per una fuga di gas avvenuta ieri mattina a causa della rottura accidentale di una tubazione. E tutto dopo che un’impresa aveva eseguito dei lavori nel sottosuolo, sembra per conto di Telecom Italia. Per ristabilire la sicurezza sul posto sono immediatamente arrivati i vigili del fuoco e una squadra di pronto intervento della Medea, la società che gestisce l’erogazione del gas di città. Il rischio di incidenti è stato altissimo, vista anche la presenza di un distributore di benzina. «Purtroppo - commenta il direttore di Medea, Paolo Porcu - continuano a verificarsi gravi inadempienze da parte di alcune gestori di sottoservizi. Inadempienze che possono generare situazioni di grave pericolo per la pubblica incolumità». Poi Porcu aggiunge: «I regolamenti comunali prevedono che tutti i gestori interessati a fare scavi su strade o marciapiedi pubblici debbano obbligatoriamente richiedere l’autorizzazione al Comune, il quale ha poi l’obbligo di controllare che il richiedente ci contatti per farsi indicare le tubature del gas: non si capisce se per scarso controllo dell’amministrazione comunale o per cialtroneria da parte delle imprese incaricate di eseguire i lavori, ma invece si comincia a scavare senza criterio nonostante i pericoli per gli operai e per la cittadinanza». Secondo Porcu, in questo caso probabilmente l’impresa non era in possesso di un regolare permesso di scavo rilasciato dal Comune «e, certamente, non ci aveva avvisato».

«Per fortuna - prosegue Porcu - grazie ai vigili del fuoco e alla nostra squadra di pronto intervento, il tubo gas, letteralmente forato dal martellone pneumatico con il quale l’impresa stava spaccando la copertura in calcestruzzo posta a protezione del tubo stesso, non ha causato gravi conseguenze. E alla fine si tratterà solo di addebitare i costi di riparazione sostenuti per la messa in sicurezza e il ripristino della diramazione danneggiata». Il direttore di Medea ribadisce che «dai primi accertamenti risulta che l’impresa operasse per conto di Telecom Italia e che non avesse richiesto indicazioni sulla presenza di tubazioni, malgrado fosse evidente la presa stradale in prossimità dello scavo che dovevano eseguire». E si chiede: «A quando un più puntuale controllo su chi interviene nel sottosuolo pubblico? Quando finirà questo far west che consente a tutti di operare al di fuori delle regole?».

La Sanità malata

Il buco nero dei medici di famiglia: in Sardegna ci sono 544 sedi vacanti

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative