La Nuova Sardegna

Sassari

Ragazzi in pericolo mentre gli adulti stanno a guardare

di Daniela Scano
Ragazzi in pericolo mentre gli adulti stanno a guardare

Sottufficiale dell’Arma si laurea con un lavoro sugli under 18 A Sennori e a Sorso i reati sono solo la punta di un iceberg

02 aprile 2014
4 MINUTI DI LETTURA





SENNORI. Adulti troppo indulgenti con i ragazzi e le ragazze che fumano la prima sigaretta e che cominciano a bere alcolici prima dei 12 anni, che fanno uso di “droghe leggere” e che rincasano nel cuore della notte. Un disinteresse forse solo apparente, frutto di una cultura che chiude un occhio sulle intemperanze giovanili, ma che rischia di portare alle estreme conseguenze i comportamenti devianti degli adolescenti di entrambi i sessi. Il pericolo, insomma, è di dover intervenire quando il ragazzino o la ragazzina si sono messi nei guai.

Il monito non arriva da un assistente sociale ma da un maresciallo dei carabinieri che, dopo undici anni a stretto contatto con la realtà sociale di Sennori e Sorso, ha scelto un tema delicato e controverso per la sua tesi di laurea: “Devianze giovanili in Romangia”. Lo studio contiene un’analisi molto stimolante del pianeta “under 18” dei due grossi centri, composto in totale da 1.442 ragazzi.

Un ambiente che Giuseppe Innocenti, 40 anni, romano, laureatosi brillantemente in Scienze politiche all’Università degli studi “Nicolò Cusano” di Roma (relatore Massimiliano Ruzzeddu), ha esaminato con la doppia lente di ingrandimento dell’addetto ai lavori e dello studente, ma anche con la sensibilità di un sottufficiale dell’Arma che nel suo lavoro ha sempre colto al volo tutte le occasioni istituzionali per sensibilizzare i più giovani sul rispetto della legalità. Giuseppe Innocenti, infatti, guida la stazione dei carabinieri di Sennori, dove lavora dal 2003.

La “tesi del maresciallo” sulle devianze minorili in Romangia può essere uno spunto ulteriore di dibattito nei tanti incontri che le amministrazioni locali organizzano con gli studenti. La ricerca infatti non contiene solo gli aridi numeri delle statistiche giudiziarie, ma è arricchita dalle testimonianze dei cosiddetti “testimoni privilegiati”: soprattutto operatori sociali e insegnanti. Proprio da questi soggetti sono state fatte le riflessioni che hanno spinto Giuseppe Innocenti a concludere che il rischio della devianza giovanile sia più che concreto nel territorio. E che questo pericolo venga troppo spesso sottovalutato. «Sembra che a Sorso e a Sennori – scrive il neo laureato – la “società degli adulti” non consideri devianti i comportamenti dei giovani fino a quando non sfociano in vicende criminali».

La ricerca è stata eseguita con la collaborazione della Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni che, nel totale rispetto della privacy dei soggetti minori, ha messo a disposizione del laureando le schede relative alle iscrizioni nel Registro delle Notizie di reato che hanno visto coinvolti minori romangini nel biennio 2012-2013. In qualche caso, le schede sono state corredate dai fascicoli “Affari civili” del Tribunale di Sassari, spesso collegati alle notizie di reato e che vedono il minore preso in considerazione non come autore di un reato «ma come soggetto bisognoso di attenzioni legate a famiglie multiproblematiche».

Perché è nei in nuclei familiari disagiati che germoglia la maggior parte delle devianze giovanili che sfociano in reati. Tra il 2012 e il 2013, sono state 47 le notizie di reato (per un totale di 61 reati) iscritte nel registro della Procura a carico di minori di Sorso e di Sennori. I reati sono in prevalenza contro il patrimonio (28) e in materia di stupefacenti (15). A notevole distanza ci sono i reati contro la persona (otto episodi), per detenzione di armi (un caso). Le segnalazioni alla Procura riguardano ragazzini dagli otto ai diciassette anni, quindi anche di età inferiore ai 14 anni quando si diventa imputabili. Si tratta in prevalenza di maschi: 40 contro sette ragazze di età compresa tra i 14 e 17 anni.

Ma questi numeri – perfino inferiori alla media nazionale – sono solo la punta dell’iceberg. «Nonostante il freddo responso delle statistiche – si legge nella tesi di laurea – è opportuno evidenziare che i “testimoni privilegiati”, nei loro questionari, hanno evidenziato invece un territorio ricco di criticità sociali non riscontrabili nelle schede raccolte negli uffici della Procura». In questa zona d’ombra ci sono tutti quei ragazzi che manifestano comportamenti devianti tollerati dalla comunità.

«In sostanza – conclude il neo laureato – si può affermare che il tessuto sociale della Romangia, variegato e multiproblematico per ciò che attiene le devianze criminali degli adulti, si interessa meno a quelle minorili che in qualche modo giustifica fino a quando non vengono stigmatizzate da terzi, quali possono essere le forze di polizia».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative