La Nuova Sardegna

Sassari

Fiume Santo, la Regione non molla

di Gianni Bazzoni

Incontro tra sindacati e l’assessore Maria Grazia Piras: «Salvare l’investimento»

02 aprile 2014
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SASSARI. La giunta regionale appena insediata comincia a occuparsi della vertenza Fiume Santo. E lo fa nell’ottica che non è territoriale (cioè di una sola area) ma di tutta la Sardegna. Questo l’approccio dell’assessore regionale all’Industria Maria Grazia Piras con le organizzazioni sindacali che, ieri, hanno avuto l’incontro messo in calendario per affrontare subito la situazione del polo energetico e del comportamento assunto da E.On.

«Per noi è stato un primo passo positivo – ha commentato Massimiliano Muretti, segretario generale della Filctem-Cgil di Sassari – perchè l’assessore ha chiarito che non c’è assolutamente bisogno di avviare tutto il percorso dal principio. Insomma, non sarà necessario che i dirigenti di E.On tornino al tavolo regionale per spiegare cose che, ormai, sono chiarissime».

La Regione. L’assessore all’Industria ha assicurato che sulla vertenza Fiume Santo ci sarà una posizione precisa da parte della giunta regionale. Per questo, prima di assumere ogni eventuale iniziativa, ci sarà un passaggio con il presidente Francesco Pigliaru. Poi si farà il punto della situazione insieme ai sindacati.

Poco tempo. Il tempo a disposizione non è molto. E se possibile - come ha sottolineato l’assessore - bisognerà fare in modo di recuperare quello che è stato perduto. Servirà una strategia chiara, uscire dalla situazione di stallo che da troppi mesi vede la multinazionale tedesca impegnata a proseguire in una politica che non è condivisa dai sindacati e dal territorio. E che ultimamente è coincisa con l’annuncio di E.On che ha formalizzato 70 provvedimenti di mobilità.

Situazione tesa. La tensione è salita con la raffica di scioperi e con la decisione di lavoratori e organizzazioni sindacali di inasprire le iniziative di lotta. Molto dipenderà dal ruolo che vorrà assumere la Regione, in una vertenza dove E.On ha potuto contare anche su molta “comprensione” da parte degli ultimi governi nazionali.

Gli investimenti. All’assessore regionale all’Industria, i sindacati (all’incontro erano presenti quelli di categoria di Sassari, i confederali e i rappresentanti regionali) hanno ricordato l’importanza degli investimenti che E.On sembra decisa a non rispettare. Circa 700 milioni di euro legati alla demolizione dei gruppi 1 e 2 - ormai fermi perchè fuori legge - alla realizzazione di un nuovo gruppo a carbone, all’abbattimento della vecchia ciminiera e al miglioramento della compatibilità ambientale e visiva (con la restituzione di un gran pezzo di spiaggia).

La vendita. A Maria Grazia Piras - che da tempo conosce bene le vertenze industriali del Sassarese, e non solo - i rappresentanti sindacali hanno chiesto una attenzione decisiva da parte della Regione affinchè da parte di E.On vengano accelerate le procedure di vendita degli asset. Un passaggio fondamentale per evitare di perdere l’investimento per il quinto gruppo.

Il cantiere. L’obiettivo del sindacato, ma anche delle istituzioni del territorio, è quello di arrivare ad aprire il cantiere per il quinto gruppo entro il 4 dicembre. E’ quello, infatti, l’ultimo termine utile per non vanificare l’investimento programmato. In questo senso risulta fondamentale chiarire le intenzioni di E.On, impegnata su scala internazionale in una campagna di dismissioni che presto potrebbe evidenziare certezze anche per la realtà italiana, e quindi anche per Fiume Santo. «Contiamo sul ruolo attivo della Regione», ha concluso Massimiliano Muretti.

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