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Sassari

Volpi, cinghiali, picchi e falchi: la foresta arriva nel cuore di Sassari

di Paoletta Farina
Volpi, cinghiali, picchi e falchi: la foresta arriva nel cuore di Sassari

Nuovi scenari dagli studi di un naturalista sulle specie d’uccelli nell’area urbana. I dati di 30 anni di ricerche saranno presentati in un incontro promosso dal Wwf - FOTO

27 marzo 2014
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SASSARI. Un cinghiale che grufola in via Milano. Una volpe che si aggira in corso Angioy. Una coppia di picchi rossi maggiori che martella su un albero di viale Italia. E, ancora, ecco un falco pellegrino volteggiare sulla cupola del Duomo e una coppia di gheppi che, dal nido sulla facciata della stessa chiesa,scruta intorno pronta a ghermire la preda. Quanti abitanti sconosciuti nella foresta urbana sassarese dove ormai si avventurano specie che per secoli hanno avuto casa solo nei boschi e nelle campagne. Ci passi vicino e magari manco ti accorgi che una cinciallegra ha fatto il nido sul palo del semaforo. Come non fai caso ai barbagianni e alla civette in volo notturno sui tetti dei palazzi. Siamo poco allenati, è vero, a guardarci intorno, a vedere questi nostri ospiti. Eppure loro sono lì, a convivere con gli umani e a reclamare i loro spazi, forse perchè altri glieli abbiamo rubati proprio noi, antropizzando i loro habitat.

E se adesso veniamo a conoscenza della piccola giungla che prospera in città è grazie a un attento osservatore, a cui nulla è sfuggito: Giuseppe Marco Delitala, ornitologo per passione e per lavoro (è dottore in Scienze naturali, ex dipendente dell’Università). Dalle sue esplorazioni per le vie cittadine, eseguite nell’arco di trent’anni («ma in realtà è da quando sono bambino che studio la natura») è nata una ponderosa ricerca che illustrerà in una conferenza nell’ambito dei “Venerdì del Wwf”. «L’avifauna della città di Sassari 1980-2013» il titolo dello studio che presenterà al pubblico domani, raccontando dei picchi rossi, dei gheppi e delle altre scoperte (cinghiali e volpi compresi) che ha fatto in questi lunghi anni di monitoraggio scientifico. Che ha un obiettivo finale: gettare le basi per un futuro “Atlante degli uccelli di Sassari».

«La ricerca – spiega Delitala – ha approfondito tre argomenti. Il primo è stata l’identificazione e la distribuzione delle specie ornitiche presenti nell’area urbana. Il secondo è stato l’individuazione delle specie nidificanti. Il terzo, infine, ha riguardato la localizzazione dei dormitori degli uccelli e la stima degli esemplari che rientrano in città per trascorrere la notte».

Ciò ha consentito a Delitala di verificare nel corso del tempo gli straordinari adattamenti degli uccelli alla vita cittadina. «Ad esempio, una femmina di falco pellegrino ha cacciato per alcuni anni, in via Manno, i rondoni che abbandonavano i nidi – racconta l’ornitologo –. Il motivo? Nella strada non c’erano fili elettrici perpendicolari che avrebbero ostacolato le sue incursioni. E la coppia di picchio rosso maggiore ha nidificato in viale Italia sopportando pazientemente l’invadenza dei passanti che, per riuscire a fotografarli, infilavano il telefonino nel loro rifugio».

In questi trent’anni di birdwatching urbano l’ornitologo ha registrato l’evoluzione della popolazione faunistica, e verificato come alcune specie abbiano preso il sopravvento su altre. Passeri e altri passeriformi come verdoni e cardellini sono progressivamente diminuiti anche grazie alla voracità di cornacchie e gabbiani, calati in città alla ricerca di cibo. Perché poi il cibo è anche uno dei motivi che spingono, gli animali, uccelli compresi, a raggiungere i centri abitati. E i cassonetti e i rifiuti per strada sono una tavola imbandita che fa gola a questi alati commensali.

Ancora qualche curiosità. Chi ricorda gli storni che abbondavano in piazza Castello, corso Vico e viale Dante, croce e delizia dei passanti? Dati per spariti «ora stanno rientrando in città per tornare a posarsi sugli alberi – afferma Delitala –, ma vanno a passare la notte a Platamona. È un dormitorio immenso immensa, si calcola che gli stormi presenti siano 3 milioni».Ora l’ultimo arrivato a Sassari è il gabbiano reale. Avvistato in via Muroni un rifugio di questo esemplare, presente all’Asinara e all’Isola Piana, da cui sta fuggendo a causa dei cinghiali che infestano l’isoletta. Sui tetti quei predatori non possono raggiungerlo.

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