La Nuova Sardegna

Sassari

Libri con scontrini: la beffa dei rimborsi scolastici

Mamme infuriate: «Non sapevamo nulla, nessuno ha conservato le ricevute» Sino ad ora bastava l’Isee, ma quest’anno le regole a sorpresa sono cambiate

26 marzo 2014
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SASSARI. Il nuovo bando per il rimborso delle spese scolastiche è stata una brutta sorpresa per tantissime mamme.

«Ogni anno dovevamo allegare alla domanda – spiega un gruppo di trenta genitori – il modello Isee e un documento di identità. Tutto qui, niente di più semplice».

Invece adesso, senza alcun preavviso, le regole sono cambiate e moltissime famiglie si sono trovate del tutto spiazzate: «Improvvisamente viene preteso che alla domanda vengano allegati anche gli scontrini di acquisto dei libri. Se ce l’avessero comunicato per tempo, per noi non sarebbe stato un problema. Ma il 90 per cento delle mamme, che non sapeva nulla di quest’obbligo, non ha avuto la premura di conservare le ricevute fiscali e ora si trova completamente sguarnita».

Ma questo è solo un aspetto della questione. C’è anche dell’altro: «La cosa un po’ ridicola è che se anche tu porti uno scontrino di 200 euro, ti viene rimborsato circa 60 euro per le scuole elementari e 100 per le scuole medie. Cioè una cifra ridicola in base alle spese che realmente affrontiamo. Allora ci chiediamo: a che serve presentare gli scrontrini? Pensate che mandiamo i nostri figli senza penne e quaderni? Magari aspettando che glieli dia la scuola?».

Una mamma poi tira in ballo il suo esempio personale: «Ho un figlio di 10 anni che frequenta la quinta elementare e uno in seconda superiore.

Per il piccolo in questi giorni abbiamo già speso 14 euro per acquistare i libri per le prove invalsi, perchè la scuola non li passa. Per il grande, che studia ai Geometri, solo un album costa circa 6 euro, e poi ci sono le squadre, il temperamine, le matite e tutto il materiale per il disegno tecnico».Alcune mamme, per le scuole medie, comprano i testi a seconda mano: «A chi dovrebbero chiedere gli scontrini?».

I rimborsi sono sempre a un anno di distanza rispetto alle spese sostenute, quindi le famiglie devono comunque tirare la cinghia.

«Hanno tolto le borse di studio per merito, e adesso, con questo stratagemma degli scontrini, si mettono un bel po’ di soldi da parte, visto che in pochissimi li hanno conservati. Davvero una bella trovata per continuare a risparmiare dalle nostre tasche».

E concludono: «Siamo davvero stanche di queste istituzioni che ci stanno togliendo anche l’aria. La scuola dell’obbligo dovrebbe tutelare i nostri figli, e invece fa di tutto per metterci sempre più in difficoltà».

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