La Nuova Sardegna

Sassari

Ersu: «Ex Inps, unico progetto in regola»

di Luigi Soriga
Ersu: «Ex Inps, unico progetto in regola»

Il titolare della Zanfarino Srl Stefano Poddighe contesta l’esclusione dal bando del campus

21 marzo 2014
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. Non è detto che il futuro del campus universitario oscilli per forza tra le ex Semolerie e l’ex Brefotrofio. La società Zanfarino Srl, infatti, non si sente affatto fuori dai giochi. Tanto che il titolare, cioè l’imprenditore Stefano Poddighe, con i suoi legali Luigi Azzena e Renato Margelli, ha presentato un ricorso al Tar chiedendo sia l’annullamento della scelta dei Mulini Azzena e sia un cospicuo risarcimento all’Ersu. Quel che non potranno ottenere, avendo partecipato a una manifestazione di interesse e non a una gara pubblica, è il subentro e l’aggiudicazione del bando. Anche se a detta loro, l’area di via Zanfarino avrebbe tutte le carte in regola. In verità, così come era scritto il regolamento di gara, il lotto dell’ex Inps partiva molto svantaggiato. Uno dei requisiti preferenziali per la realizzazione del campus universitario era l’estensione di tre ettari. Un perimetro ampio che avrebbe permesso di ospitare verde e attrezzature sportive. Da questo punto di vista via Zanfarino era molto avaro di spazi. Ma per il resto aveva tutti numeri, e rispecchiava soprattutto i requisiti essenziali: la posizione centrale, l’integrazione nel contesto cittadino, l’integrazione sociale e culturale degli studenti, la raggiungibilità dei servizi di interesse, nonché la vicinanza con le sedi Universitarie. L’edificio di via Zanfarino, sotto questi profili, forse non aveva rivali. Il progetto prevedeva la realizzazione di 500 posti letto, 200 posti auto e 10mila metri cubi al coperto per i vari servizi. Ma siccome l’Ersu nel marzo del 2012 ragionava ancora in grande, un’area senza verde viene immediatamente scartata. Via Zanfarino però è in buona compagnia, e assieme a lei vengono cestinate altre cinque offerte, compresa quella dei Mulini Azzena. Ai titolari non viene fornita una giustificazione. Le uniche due buste superstiti sono quella che contengono via Verona di Giovanni Antonio Sanna, e via Budapest dei Salis. Quest’ultima però dopo alcuni approfondimenti viene scartata, perché non può sviluppare cubatura sufficiente. Mentre via Verona ha problemi di costi: la pretesa di 55 milioni viene giudicata esosa. Ma dopo un po’ il proprietario abbassa i prezzi e la cifra diventa 30 milioni (con un ettaro in meno). Ma tra una valutazione tecnica e l’altra il tempo passa, via Verona non convince, e la presunta scadenza dei finanziamenti si avvicina. L’Ersu vuole stringere i tempi. «Ai primi di novembre del 2012 – dice Stefano Poddighe – si rifà viva la Cator con il progetto delle ex Semolerie. I titolari incontrano il Cda, e quel progetto morto e sepolto come il nostro, improvvisamente resuscita. E anzi diventa quasi la scelta da fare a tutti i costi. Il campus improvvisamente si ridimensiona e si trasforma in una residenza per studenti con giardino intorno, e il requisito fondamentale diventa l’immediata cantierabilità del progetto. E tra le offerte prese in considerazione nessuna ha i parametri urbanistici: non le ex Semolerie, non via Verona e nemmeno l’ex Brefotrofio. L’unico in possesso della concessione edilizia è, e resta, via Zanfarino».

In Primo Piano
Trasporti

Numeri in crescita nel 2023 per gli aeroporti di Olbia e Cagliari, in calo Alghero

Le nostre iniziative