La Nuova Sardegna

Sassari

Chimica verde, confronto sindacato-Eni

di Gianni Bazzoni
Chimica verde, confronto sindacato-Eni

La richiesta dell’incontro in Confindustria sarà formalizzata la prossima settimana. Forte preoccupazione per i ritardi

15 marzo 2014
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SASSARI. Il sindacato chiama l’Eni a un tavolo territoriale per fare il punto sugli investimenti e l’attuazione dei progetti nel settore della chimica verde a Porto Torres. Cgil, Cisl e Uil ufficializzeranno la richiesta di incontro nei primi giorni della prossima settimana e la sede potrebbe essere quella di Confindustria.

L’iniziativa si colloca in una fase molto delicata. L’obiettivo è quello di ridurre al minimo i tempi morti che si creano tra le diverse fasi e, quindi, di evitare cali occupazionali che sarebbero complicati da gestire. Ieri la Cisl ha fatto il punto della situazione con il segretario confederale Emily Uda e quello generale della Femca Luca Velluto.

Le azioni. L’intenzione è quella di mettere in campo una serie di azioni unitarie con Cgil e Uil e fare in modo che gli obiettivi fissati possano essere raggiunti senza ulteriori rinvii.

Tavolo dell’indotto. «Chiederemo a Confindustria che venga attivato il tavolo dell’indotto – ha deto Emily Uda – e che siano disponibili tutte le informazioni sulle gare d’appalto aggiudicate. C’è la necessità di confrontarci in sede di Confindustria con Matrìca, Versalis, Syndial, Eni Power e Novamont per trovare soluzioni e formulare le nostre proposte».

La Regione. La Cisl non nasconde la speranza di «trovare nel nuovo Governo regionale più sensibilità verso i problemi reali dei lavoratori». La richiesta, già dai prossimi giorni, sarà quella di riattivare i tavoli regionali all’assessorato al Lavoro.

L’accordo. L’accordo per l’indotto siglato nel maggio del 2012 per tracciare un percorso che preveda garanzie economiche e una adeguata formazione e riqualificazione, deve essere reso esecutivo. Servirà per accompagnare fino all’investimento successivo i lavoratori in uscita dal processo di costruzione degli impianti.

Il monitoraggio. Il progetto della chimica verde - secondo la Cisl - deve essere monitorato in continuazione, anche attraverso i tavoli tematici e nei confronti con l’Eni in una sede istituzionale adeguata all’importanza che l’iniziativa riveste per i lavoratori e per il territorio.

La proposta. «A Porto Torres - afferma Luca Velluto – esistono le condizioni per anticipare la costruzione dell’impianto di bio-plastiche previsto nella fase 3 come ultimo step del progetto originario. Il Mater-Bi deve essere prodotto in loco, considerato che la materia prima può essere fornita dall’impianto monomero». In questo modo si creerebbero le condizioni per realizzare subito la filiera dei prodotti necessari per fare decollare uno sviluppo reale del sito di Porto Torres.

I ritardi. «Allo stato attuale, l’assenza della fase 2 del progetto e i diversi imprevisti hanno determinato un ritardo di circa due anni rispetto ai tempi fissati negli accordi». Per questo la Cisl chiede una accelerazione immediata: «Altrimenti il rischio è quello di vanificare il vantaggio con il quale è stato pianificato il progetto di chimica verde a Porto Torres. Per questo non accettiamo il silenzio calato sull’impianto dei biofillers, così come pretendiamo che la costruzione sostitutiva dell’impianto di crashing debba iniziare appena saranno avviati gli impianti di fase 1».

Le criticità. La Cisl confederale e la Femca guardano al futuro: «Non ci preoccupa chi vince o perde un appalto, ma le criticità che si vengono a creare con la difficoltà a garantire gli stessi livelli occupazionali. Vogliamo affrontare le situazioni senza lasciarci convincere da soluzioni momentanee che spostano solo il problema ma non lo risolvono».

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