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Sassari

Non violentò la nipote, il giudice archivia

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Non violentò la nipote, il giudice archivia

Su richiesta della Procura cadono le accuse a carico di uno zio indagato per presunti abusi sessuali

28 febbraio 2014
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SASSARI. Tutto era iniziato con una segnalazione delle maestre dell’asilo. Avevano notato in quella bambina di quattro anni movimenti e atteggiamenti tipici di una donna adulta. Si erano insospettite e avevano manifestato la preoccupazione che la piccola potesse aver subìto abusi sessuali.

È così che comincia il calvario di un quarantenne sassarese (zio della bambina presunta sua vittima) che viene sottoposto a indagini dalla Procura della Repubblica. L’ipotesi di reato a suo carico è molto pesante: violenza sessuale. E pensare che lui e sua moglie (la coppia ha già tre figli) quella bambina se l’erano portata a casa perché i genitori l’avevano abbandonata (il padre per la precisione era in carcere). Volevano solo starle vicino e aiutarla a superare il trauma. Dopo oltre un anno di indagini il giudice Maria Teresa Lupinu – su richiesta dello stesso pubblico ministero Giovanni Porcheddu – ha archiviato la posizione dell’uomo che lavora nel settore dei trasporti.

Una decisione arrivata dopo l’incidente probatorio che si era svolto su richiesta del sostito procuratore, alla presenza del giudice Lupinu e dell’avvocato Giuseppe Onorato che tutela lo zio della bambina. Ed è proprio all’esito dell’incidente probatorio che è emersa l’insussistenza delle accuse di violenza sessuale a carico dell’uomo. La bambina non avrebbe lasciato intendere di aver subito alcun abuso, nè da lui né da altre persone. Probabilmente quegli atteggiamenti che avevano tanto (e comprensibilmente) spaventato le maestre nascevano dall’aver vissuto una situazione familiare particolare e delicata.

Da qui la decisione di archiviare il procedimento. Una grande liberazione per l’uomo che ha finalmente avuto modo di dimostrare l’assoluta estraneità alle accuse che gli erano state mosse. A lui e a sua moglie resta però un grande rammarico: l’impossibilità di ottenere l’affidamento della piccola. La ragione? Durante le indagini preliminari la coppia di zii aveva avviato la procedura per l’affidamento ma era stata respinta proprio per via del procedimento pendente. Nel frattempo le indagini sono andate avanti, l’uomo è stato iscritto nel registro degli indagati e la piccola insieme alla sorella è stata dichiarata adottabile. E così a occuparsi delle due sono oggi altre persone.

Fortunatamente però l’indagine si è chiusa per il quarantenne nel migliore dei modi, con un’archiviazione e l’inizio di una nuova vita, finalmente libero dal peso di un’accusa tanto infamante. (na.co.)

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