La Nuova Sardegna

Sassari

Siti industriali inquinati: rischio "condono" per Eni, E.On e Saras

di Gianni Bazzoni
Siti industriali inquinati: rischio "condono" per Eni, E.On e Saras

Allarme per un articolo del decreto Destinazione Italia. Il ministro dell’Ambiente assicura: norma che non avallerò

07 febbraio 2014
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SASSARI. Serve sempre un passo indietro, una correzione, una modifica e un emendamento per affermare il principio che “chi inquina paga” e non deve essere addirittura pagato come potrebbe accadere con il decreto Destinazione Italia (articolo 4). La levata di scudi ha forse sventato definitivamente il solito “gioco”, del quale poi nessuno sa niente, che inseriva tra le righe la possibilità di un condono tombale per chi ha contaminato e degradato territori straordinari. E la Sardegna, ovviamente, è interessata direttamente e in maniera rilevante.

In poche parole, l’articolo “sponsorizzato” dal ministero dello Sviluppo economico - quello per il quale passano con maggiore familiarità le grandi società (per l’Isola basta citare Eni e E.On, tanto per fare due esempi) - stabiliva che l’indirizzo imposto dalla legislazione europea (cioè chi inquina paga) non vale se i fatti contestati risalgono a un periodo precedente al 2007. Bastava un protocollo d’intesa con il Governo e tutto sarebbe stato risolto. E’ sufficiente dare uno sguardo alla situazione dei 39 Siti di interesse nazionale per rendersi conto del disastro. Se il decreto fosse stato varato con l’articolo 4 così scritto, a Porto Torres avrebbe fatto festa l’Eni (interessata anche a Priolo e in altre zone d’Italia), ma anche E.On che si trascina dietro vecchie situazioni a Fiume Santo dove le bonifiche non sono mai partite. E poi la Saras a Sarroch (dove c’è stato l’ingresso dei russi su assist della famiglia Moratti).

Il condono per gli inquinatori è diventato l’incubo degli ultimi giorni, con il pensiero rivolto all’ennesima beffa per le popolazioni dove le indagini sanitarie hanno certificato un aumento dei casi di tumore e l’insorgere di patologie che hanno un collegamento diretto con la contaminazione di terreni e falde, con la dispersione in atmosfera di sostanze che quasi mai hanno una certificazione precisa. In un momento così delicato, con la Sardegna a un passo dalle elezioni regionali, tra le forze politiche è tornato un minimo di buon senso. Anche perchè, oltre al danno ci sarebbe stata la beffa che gli inquinatori avrebbero avuto persino diritto a essere... pagati con risorse pubbliche. Quindi, soldi del popolo inquinato. Se il pericolo è scongiurato lo si vedrà solo alla fine, certo la vigilanza resta molto alta.

Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente della Camera, ieri ha sottolineato che per evitare il rischio la commissione ha posto una precisa condizione al decreto Destinazione Italia, che finora non è stata recepita. Ma c’è il tempo per tappare la falla, ne ho parlato con il ministro Orlando che si è detto d’accordo. Questo episodio conferma la necessità di non procedere in futuro con decreti omnibus».

E in serata il chiarimento del dicastero guidato da Andrea Orlando. «Non è intento del ministero dell'Ambiente avallare o introdurre norme che prevedano condoni tombali per gli inquinatori, o disposizioni per finanziare gli autori di storici inquinamenti sul territorio nazionale in sostituzione degli interventi di riparazione del danno». Tuttavia, «per fugare ogni incertezza in merito ed elaborare risposte, gli uffici tecnici del ministero stanno lavorando per dissipare qualunque ombra sulla norma in oggetto».

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