La Nuova Sardegna

Sassari

Svolta a Nuoro: Abbanoa risulta insolvente, il pm chiede il fallimento

di Mauro Lissia
Svolta a Nuoro: Abbanoa risulta insolvente, il pm chiede il fallimento

Fissata l’udienza per accertare lo stato finanziario e patrimoniale della società pubblica, l’indagine continua anche a Cagliari

06 febbraio 2014
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NUORO. Per Abbanoa è arrivata la resa dei conti: c’è la prima istanza di fallimento, a presentarla non è uno dei tanti creditori sparsi per l’isola ma la Procura della Repubblica di Nuoro. L’atto, firmato dal sostituto Andrea Schirra, è stato depositato alla cancelleria della sezione fallimentare lo scorso 17 gennaio e il giudice delegato - con provvedimento datato 4 febbraio - ha già fissato l’udienza: si farà il prossimo 27 del mese. Con lo stesso provvedimento il tribunale ha disposto che la Guardia di Finanza venga incaricata di raccogliere tutte le informazioni disponibili «sullo stato patrimoniale e finanziario del debitore», un lavoro in buona parte già fatto perché quei documenti sono da tempo all’esame delle Fiamme Gialle.

L’udienza. Nel faccia a faccia col giudice, cui è stato invitato a partecipare il rappresentante legale della società Carlo Marconi, verranno esaminati e messi a confronto i dati contabili e di bilancio degli ultimi tre esercizi, che Abbanoa dovrà depositare almeno sette giorni prima dell’udienza, coi documenti acquisiti nel corso della prima fase dell’indagine, partita a Nuoro in parallelo a quella di Cagliari circa sei mesi fa. Difatti l’iniziativa della Procura nuorese precede probabilmente di pochi giorni quella analoga del pm Giangiacomo Pilia, che per chiamare in causa il tribunale e disporre le iscrizioni al registro degli indagati attende la relazione del consulente Giuseppe Aste, incaricato di valutare i conti di Abbanoa e la legittimità delle scelte tecniche compiute nei sei anni di vita della società controllata dalla Regione.

Le inchieste. E’ uno di quei casi in cui le procure sovrappongono gli interventi, un caso condizionato dalla diffusione regionale di Abbanoa, che ha la sede legale a Nuoro e quella operativa a Cagliari. Se il pm Pilia indaga contro ignoti per peculato, falso in atti pubblici e abuso d’ufficio, il collega di Nuoro sembra volersi muovere in linea con le valutazioni della sezione fallimentare, attendendone le conclusioni. Valutazioni che potrebbero influire anche sull’inchiesta di Cagliari, facendola virare sull’ipotesi di bancarotta.

I sospetti. Quanto sta accadendo non può certo sorprendere: a sollevare sospetti sull’uso dei contributi pubblici da parte della direzione generale di Abbanoa sono stati nel corso degli ultimi mesi il revisore contabile e i componenti il collegio dei sindaci, concordi nel denunciare all’assemblea dei soci pubblici una sequenza ininterrotta di anomalie finite tutte sotto la lente della Procura. Prima di tutto l’uso dei finanziamenti destinati alle opere idriche infrastrutturali, che in buona parte sono stati dirottati sulle spese correnti. Per capire: soldi che dovevano essere spesi per costruire impianti idrici sono finiti nelle buste paga dei dipendenti. Poi l’inspiegabile riserbo sugli atti dell’amministrazione: gli organismi di controllo hanno scritto più volte che la direzione ne impedisce in parte la consultazione, l’advisor Deloitte & Touche, incaricato dall’Aato di analizzare lo stato finanziario e la gestione di Abbanoa, ha sostenuto nella prima relazione che una valutazione completa dei conti è risultata impossibile per la stessa ragione.

L’advisor. Scrive Deloitte nella relazione fase uno: «Alla data odierna (il 3 dicembre 2013) non è stato possibile ottenere il dettaglio dei movimenti in entrata e in uscita registrati sui conti di contabilità della società relativamente al periodo 2003-2008». Alla stessa data, scrive ancora Deloitte «risulta incompleto l'ottenimento della copia degli estratti conto bancari». Si tratta, come risulta in un allegato alla relazione, dei documenti relativi a sedici conti correnti, sui quali pende un grosso punto interrogativo. Legato al quesito principale che l'Aato ha posto all'advisor: partendo dalle relazioni degli organismi di controllo, Deloitte è stata chiamata a stabilire se i contributi pubblici destinati alla realizzazione di opere siano stati utilizzati in modo anomalo, soprattutto per le spese correnti. Si tratta infatti di capire se dai conti correnti che lo statuto impone di vincolare all'uso per investimenti e opere siano uscite somme in direzioni diverse. La risposta di Deloitte, malgrado parte dei documenti bancari sia rimasta coperta, è chiara: «Le analisi hanno evidenziato la presenza di movimenti originati da causali che non appaiono inerenti allo scopo specifico della realizzazione degli investimenti per cui i medesimi conti correnti sono stati accesi».

Scopi impropri. Secondo la relazione di Deloitte, la direzione generale di Abbanoa sembra aver speso 112 milioni e 200 mila euro per scopi impropri, slegati dalla destinazione originaria stabilita dalla Regione o almeno non spiegati. Una scelta che a parte i possibili profili penali, sui quali indaga la Procura, è in pieno contrasto con gli accordi formali sottoscritti tra Abbanoa e l'Autorità d'ambito.

Conclusioni. Ora c’è attesa per la seconda parte della relazione, che sarà consegnata anche alla Procura in vista di possibili incriminazioni. ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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