La Nuova Sardegna

Sassari

Falsi blitz antidroga: tabulati, ore e minuti per difendere Silanos

di Luigi Soriga
Falsi blitz antidroga: tabulati, ore e minuti per difendere Silanos

SASSARI. Ha parlato per oltre due ore fitto fitto, tirando fuori tabulati telefonici, date, minuti, secondi, verbali. Interrompendosi per qualche attimo, giusto per ascoltare le precisazioni che il...

04 febbraio 2014
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SASSARI. Ha parlato per oltre due ore fitto fitto, tirando fuori tabulati telefonici, date, minuti, secondi, verbali. Interrompendosi per qualche attimo, giusto per ascoltare le precisazioni che il suo assistito, l’appuntato scelto dei carabinieri Francesco Silanos, gli suggeriva sottovoce. Per l’avvocato della difesa Maurizio Serra (nella foto) c’è un solo modo per smontare l’accusa dei falsi blitz antidroga che tra il 2007 e il 2009 hanno fatto finire in carcere sette innocenti: portare davanti ai giudici numeri, circostanze oggettive che dicano che Silanos, con i pacchetti di stupefacente depositati ad hoc per incastrare dei poveri cristi, non aveva nulla a che fare. Contro di lui, d’altronde, c’è la testimonianza del pentito Francesco Marongiu, una sorta di ex talpa dei carabinieri, che nel 2008 si è autoaccusato di aver nascosto personalmente l’eroina nelle abitazioni degli innocenti, in modo da far scattare i successivi arresti. Operazioni che portavano la firma anche dell’appuntato Silanos, e grazie alle quali avrebbe potuto bruciare le tappe per una brillante carriera. L’avvocato Serra, alla terza udienza, si concentra innanzitutto sui tabulati telefonici, quelli acquisiti dalla Procura. «I luoghi e i tempi in cui viene agganciato il cellulare di Silanos – spiega il legale ai giudici Azzena, Grotteria e Capitta – smentiscono le affermazioni di Marongiu». Esempio: per la vicenda del pacchetto di eroina depositato nel magazzino di tre marocchini a Predda Niedda, i tabulati localizzerebbero l’appuntato prima ad Alghero e poi nella stazione dei carabinieri, e non a Sassari e a Sorso in compagnia di Marongiu. E poi l’avvocato si sofferma sulla tempistica dei blitz. La descrizione riguarda sempre l’arresto a Predda Niedda. Stando alla svolgimento dell’operazione, Marongiu in 13 minuti sarebbe riuscito a entrare una prima volta nel capannone, dare un’occhiata, poi uscire, prendere il pacchetto di stupefacente, infilarsi nuovamente di nascosto nel capannone, lasciare l’eroina e poi dileguarsi nuovamente, per far entrare in azione i carabinieri. «Troppo pochi, 13 minuti, per fare tutto questo», sostiene Serra. Ma ci sono ancora altre argomentazioni utili a scagionare Silanos. La difesa le snocciolerà nella prossima udienza che il giudice ha fissato per il 17 marzo.

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