La Nuova Sardegna

Sassari

Sassari, otto anni per i rapinatori della Metro

di Nadia Cossu
Sassari, otto anni per i rapinatori della Metro

Il giudice ha condannato i due imputati (di Orune e Ploaghe) per il colpo armato all’ipermercato di Predda Niedda

25 gennaio 2014
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SASSARI. Cinque anni e due mesi per Pasquale Pale e tre anni e due mesi per Bruno Lombardi (a lui sono state riconosciute le attenuanti generiche). Il giudice, al termine della camera di consiglio, ha deciso di infliggere pene più severe rispetto a quelle richieste dal pubblico ministero nei confronti dei due imputati per la rapina armata (senza bottino) alla Metro di Predda Niedda. Il pm Giovanni Porcheddu aveva infatti chiesto una condanna a quattro anni e otto mesi per l’orunese Pala (difeso dall’avvocato Giuseppe Talanas) e tre anni e un mese per Lombardi, di Ploaghe (assistito da Mario Perantoni), entrambi processati con rito abbreviato.

Secondo l’accusa sarebbero infatti loro due dei tre componenti del commando che lo scorso maggio, armi in pugno, fece irruzione nell’ipermercato. Una rapina che ebbe un finale “sfortunato”, considerato che non riuscirono a portare via nemmeno un euro e che furono beccati quasi subito. Pala, 20 anni, e Antonio Puggioni, di 25, (quest’ultimo, anche lui di Orune, ha già patteggiato la pena) furono arrestati dai carabinieri poche ore dopo il colpo fallito.

Ma gli investigatori si erano messi immediatamente sulle tracce di una terza persona, sicuri che i due fossero affiancati da un complice. E si tratterebbe proprio di Lombardi, 55 anni, che fu arrestato un mese dopo la rapina. Secondo gli inquirenti fu lui a custodire le armi – il fucile a pompa e la pistola 7.65 utilizzate per l’irruzione all’ipermercato – e sarebbe dovuto tornare più tardi per riprendere Puggioni e Pala, ma qualcosa quel giorno andò storto anche nel «piano di recupero», tanto che i due si allontanarono a piedi e raggiunsero il centro commerciale La Piazzetta.

Gli investigatori avevano analizzato i filmati registrati dalle telecamere del servizio di video sorveglianza dell’ipermercato che documentavano la rapina: dal momento dell’ingresso dei due giovanissimi orunesi sino alla precipitosa fuga. Nel bel mezzo dell’irruzione uno dei due aveva puntato il fucile a pompa in faccia alle persone e persino in direzione di un uomo che spingeva il passeggino con un bambino. I due, sicuramente inesperti, non erano riusciti a far aprire la cassaforte e non avevano nemmeno preso i soldi dalle postazioni di vendita.

Ma per farsi strada non avevano però esitato a trascinare una commessa, colpire al collo uno dei dipendenti con il calcio del fucile e pestare il direttore, anche con un violento calcio ai testicoli che l’aveva fatto cadere a terra. Due ore più tardi erano finiti in trappola, a poco meno di un chilometro di distanza. I carabinieri li avevano bloccati davanti al centro commerciale La Piazzetta dove si erano rifugiati e avevano anche pranzato. Nel pomeriggio la polizia aveva trovato l’auto utilizzata dalla banda, una Fiat Uno amaranto, rubata a Florinas due giorni prima della rapina.

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